Madre e figlio violentati in diretta su Facebook. "Volevamo divertirci"

Gli abusi dei due tunisini finiti sui social. La donna: "Poi mi hanno chiesto di fargli un toast"

Madre e figlio violentati in diretta su Facebook. "Volevamo divertirci"

Sono racconti davvero agghiaccianti quelli fatti agli inquirenti dalle vittime della nottata da Arancia Meccanica vissuta sabato notte a Roma da un diciassettenne, rapinato a abusato ripetutamente in strada da due coetanei tunisini, e da sua madre, a sua volta violentata in casa, dove che i due balordi erano saliti per racimolare qualche soldo in più. E dopo lo stupro, come se nulla fosse accaduto, la richiesta di mangiare qualcosa. «Gli ho dovuto fare un toast al prosciutto cotto», ha raccontato in lacrime la cinquantenne agli inquirenti, come riporta Repubblica.

Ore di autentico terrore per mamma e figlio in ostaggio dei due ragazzini nord africani, di 16 e 17 anni, ospiti di un centro di accoglienza per minori, che non si sono fatti scrupolo a riprendere a turno le violenze sul diciassettenne per farci anche una diretta Facebook. È accaduto a bordo della minicar del giovane, dopo averlo bloccato mentre stava tornando a casa al termine di una serata con gli amici per derubarlo dei pochi spicci che aveva con sé dietro la minaccia di un coltello puntato alla gola. Scene da film horror, non una rapina qualunque. Da veri criminali gli dicono che quella lama insanguinata l'avevano appena usata per uccidere un poliziotto e che non avrebbero esitato ad ammazzare anche lui. Una frase che sarebbe stata anche ripresa da uno dei video girati e poi diffuso agli amici.

Purtroppo i dieci euro che Andrea (il nome è di fantasia, ndr) aveva in tasca non gli bastano. La serata non può finire così. Decidono così di farsi accompagnare nell'appartamento di Casal Monastero dove il giovane vive con i genitori e la sorellina. Lungo la strada bloccano la macchinetta a San Basilio, quartiere difficile alla periferia nord-est della capitale. È lì che avviene il primo abuso, ripreso dal telefonino e trasmesso sui social per vantarsi della proprie scorribande notturne e per umiliare ancora di più la vittima. Il peggio per Andrea deve ancora arrivare. Il ragazzo è terrorizzato, ma non può reagire. Viene costretto a farli entrare in casa presentandooli come amici. Il papà è fuori per lavoro, c'è solo la mamma e la sorella più piccola dorme nella sua camera con un'amichetta. I due non si accontentato nemmeno degli ulteriori 250 euro che gli vengono consegnati, né dei piccoli gioielli che la donna gli offre pur di farli andare via senza ulteriori traumi. Teme per la presenza delle bambine nella camera accanto, cerca come può di tenerli a bada. Ma è inutile, perché il più grande dei tunisini ha altre intenzioni. La obbliga a seguirlo in camera da letto, si chiude a chiave e abusa di lei sessualmente. Quando finisce ha fame, vuole mangiare. Va in cucina e la mamma di Andrea, ormai paralizzata dal terrore, è costretta a preparargli un toast. Gli dice di prendere tutto quello che vogliono, li implora di non fargli ancora male.

Ma l'incubo non è ancora finito. A questo punto i due potrebbero salire sulla minicar per dileguarsi, ma non lo fanno. Preferiscono chiedere ad Andrea di riaccompagnarli a casa. Forse vogliono prendere tempo, chissà. Ricominciano a girare per la città, abusano ancora del ragazzo. Nel frattempo la madre dà l'allarme e avverte il marito.

È lui, grazie alla geolocalizzazione del cellulare del figlio, a permettere alla polizia di rintracciare la vettura. I due vengono individuati e arrestati. «Volevamo divertirci un po'», dicono agli agenti. Per Andrea e la sua famiglia non sarà facile dimenticare.

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