«Se ti senti solo è perché non ascolti». Una frase apparentemente banale sulla sua pagina social, forse il riflesso di qualcosa di enorme. Che ha schiacciato Antonella Barbieri, 39 anni, fino a spingerla sempre più giù. Dove l'ultimo stadio del delirio è l'anticamera dell'inferno. E non c'è peggiore dannazione, per una mamma, che sopravvivere alla morte dei propri figli. Una bimba e un bambino, uccisi proprio da lei. Una madre vittima di «problemi psichici», che rifiuta le cure. Anche ora che si trova piantonata in ospedale, accusata di duplice infanticidio. La piccola Kim, due anni, è stata strangolata; Lorenzo Zeus, 5 anni, è stato accoltellato a morte. La mano assassina, sempre la stessa: quella della mamma. Una mano che dovrebbe accarezzare, proteggere, e che invece ha impugnato un cuscino prima, e una lama dopo, per ammazzare due innocenti. Bimbi che Antonella aveva voluto con tutte le forze e che diceva di «amare più di ogni altra cosa al mondo».
Antonella Barbieri giovedì sera si è trasformata in una mamma killer, tentando poi di suicidarsi. È riuscita solo a ferirsi all'addome. Prossima tappa, la cella del carcere. Intanto avrebbe dovuto essere operata, ma non ha dato il consenso all'intervento. È in stato confusionale e ripete: «I mie figli non ci sono più. Ridatemeli. Voglio morire anch'io».
Sul fronte delle indagini condotte dalle procure di Mantova e Reggio Emilia si cerca di capire se ci sia stata una causa scatenante del doppio omicidio: il primo compiuto nella casa di famiglia a Suzzara, il secondo in auto alla periferia di Luzzara.
La donna ha infatti prima soffocato la bambina più piccola, Kim, trovata senza vita sul letto matrimoniale; poi è salita in auto con il figlio maggiore, Lorenzo Zeus, e ha guidato per una decina di minuti fino a Luzzara: qui, in un'area isolata lungo il Po, ha accoltellato il figlio, tentando di togliersi la vita. Un pastore ha notato l'auto ferma da ore, ha visto la donna ferita, con l'arma ancora nella pancia, e ha chiamato i soccorsi.
Il marito della donna, Andrea Benatti, ex campione di rugby, e titolare di un'officina meccanica, non si dà pace: «Cos'ha fatto... Non posso crederci...».
«I desideri e l'inquietudine ti hanno fatta chi sei», scriveva Antonella Barbieri sulla bacheca Fb, citando Cesare Pavese. Adesso la sua pagina social è piena di insulti, mentre altri addossano «la responsabilità» a chi «non ha riconosciuto il suo grande malessere». Solito blabla sciacallesco.
Sullo sfondo la foto della mamma con Kim sulle spalle.
E una riflessione, che sembra un testamento: «Chi è sensibile, se sa di aver ferito qualcuno si tortura per ore ed ore pensando alla sensazione che gli ha fatto provare. Chi è sensibile dura una fatica immensa. Si dovrebbe aver cura di chi è sensibile, potrebbe morire per una carezza in meno».Parole che mettono i brividi.
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