Mafia Capitale, Carron sconfessa i suoi di Cl: "La delusione è cocente"

Il presidente della Fraternità di Cl: "Fatti di una gravità inaudita, da condannare senza riserve"

Mafia Capitale, Carron sconfessa i suoi di Cl: "La delusione è cocente"

"La delusione è cocente". Don Julian Carron prende le distanze dai suoi. Dopo lo scandalo di Mafia capitale e il coinvolgimento della Cascina, la cooperativa bianca vicina alla galassia ciellina, il presidente della Fraternità da don Luigi Giussani, non nasconde l'amarezza che lo assale. "L’ideale del movimento di Comunione e Liberazione è agli antipodi della corruzione che sta emergendo nell’inchiesta su Mafia Capitale - spiega - e vedere che fra gli indagati ci sono persone del movimento è per tutti noi motivo di profondo dispiacere".

Sulla cooperativa La Cascina, di cui alcuni esponenti fanno parte del movimento, finita nelle intercettazioni, don Carron dice di lasciare che "la magistratura faccia il suo corso". "Gli accertamenti giudiziari verificheranno la fondatezza o meno delle accuse - spiega in una intervista a Repubblica - ma già solo la possibilità che un’opera di carità e accoglienza a persone tanto disperate possa essere sporcata da attività di corruzione e speculazione personale rappresenta una deriva inaccettabile e un vulnus alla sostanza stessa della carità e dell’amore cristiano".

Lo stesso Carron ammette che i fatti sono di "una gravità inaudita", da "condannare senza riserve", chiunque li abbia commessi, "non solo per la pervasività e le dimensioni della corruzione e di abuso di denaro pubblico che sembrano emergere dall’indagine, ma soprattutto perchè le persone coinvolte avrebbero approfittato dei più deboli".

Il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione ci tiene, tuttavia, a far presente che "il movimento educa a una concezione di carità che è esattamente agli antipodi rispetto ai comportamenti riferiti dalle cronache in questi giorni".

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