"Era luglio, faceva caldo, ero appena andato a correre, ero a casa in mutande... Mi arriva a casa quel giornalista che avevo visto nei servizi sulla Regione, lo faccio salire e gli dico: non starete mica registrando? E lui: stia tranquillo, è spenta".
Adesso Nino Caianiello, ex uomo forte di Forza Italia a Varese, ha scoperto che la telecamera di Report non era spenta affatto. Per più di un'ora l'inviato del programma di Rai 3 lo ha registrato mentre parlava di politica, affari, tangenti, malavita. E soprattutto di Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, da tempo nel mirino di Report. Tre mesi dopo, il 19 ottobre, a Fontana venne dedicata una puntata al fulmicotone. Lui, Caianiello, «il Mullah», vi appariva a lungo: non più in mutande, intervistato a viso aperto. La tesi: era lui, Caianiello, il presidente-ombra, era lui a dettare a Fontana scelte e nomine.
Peccato che nel primo incontro, quello registrato a sua insaputa, lei dicesse esattamente il contrario. Come mai a ottobre cambia idea?
«Ma no - risponde Caianiello - io ho detto le stesse cose sia quando ignoravo di essere davanti alla telecamera sia quando ho accettato l'intervista».
A guardare la trasmissione, non lo si direbbe.
«Hanno montato, hanno tagliato e cucito. Loro avevano la loro tesi, sono stati inseriti alcuni pezzi tagliati che visti così sembrano confermare quelle tesi. Ma non è ciò che io ho affermato».
Qual era la tesi?
«Che dietro le scelte di Fontana c'ero io, in particolare dietro alle nomine come assessori di Giulio Gallera e di Raffaele Cattaneo».
Non è così?
«Ma no... Io gliel'ho spiegato bene, gli ho detto che alla nomina di Gallera noi, inteso come Forza Italia di Varese, ci siamo accodati e basta. La decisione era già stata presa. Io non ho mai partecipato in alcun modo alle trattative per la giunta regionale».
E perché questa parte non è stata mandata in onda?
«Non lo so, non sono né il conduttore di Report né il direttore generale della Rai».
Però c'è una intercettazione tra lei e Fontana, trasmessa da Report, che sembra molto chiara: dopo avere nominato gli assessori, Fontana le dice ho seguito i tuoi consigli".
«Li ha seguiti nel senso opposto a quello che dice Report. Lui voleva mettere Raffaele Cattaneo ai trasporti, io gli ho detto che non aveva senso metterlo lì perché non è proprio adatto a fare l'assessore, è intelligente ma gli manca l'empatia, e inoltre aveva anche perso le elezioni. Così Fontana lo ha spostato all'ecologia. Ma se avesse davvero seguito i miei consigli, Cattaneo in giunta non ci sarebbe mai entrato».
Ma nell'intervista andata in onda lei definisce Fontana un «front office», cioè quello che appare ma non decide.
«Anche quel passaggio andrebbe ascoltato per intero. Io ho spiegato che Fontana non avendo esperienza politica tende a seguire quello che decidono i partiti».
O quello che decide Caianiello?
«Questa è una cosa da Crozza».
Insomma lei non contava niente.
«Io sono uno che fa politica dagli anni '80, un po' di esperienza ce l'ho e quindi do dei consigli: a volte vengono seguiti, a volte no.
Ma non ho mai detto che ero io a fare le nomine in Regione, non sono un mitomane. Questo è il ruolo che mi è stato attribuito dalla magistratura e da Report. Ma la narrazione di Report non è appoggiata sulle mie dichiarazioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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