"Mai più bimbi comprati con accordi commerciali"

La deputata Fdi prima firmataria della legge contro l'utero in affitto: "Sì alla riforma delle adozioni"

"Mai più bimbi comprati con accordi commerciali"
00:00 00:00

Carolina Varchi, 40 anni, siciliana, è una parlamentare di Fratelli d'Italia, ha 40 anni. É stata anche vicesindaco di Palermo. Recentemente in prima fila nella battaglia per rendere universale il reato di «Gestazione per altri». Legge approvata definitivamente mercoledì sera.

Onorevole Varchi, posso superare il politicamente corretto e chiamarlo utero in affitto?

«Ma certo. Questo è: utero in affitto. È inutile edulcorare. C'è un contratto, c'è un accordo commerciale, ci sono gli avvocati, c'è l'impegno a non fare sapere mai al bambino chi è la sua vera mamma».

Benissimo. Ora l'utero in affitto è reato universale. È stata una battaglia lunga.

«Si è cominciato a mettere al centro della nostra azione politica questa questione anni fa, quando Giorgia Meloni invitò ad Atreju alcune giornaliste che avevano condotto una inchiesta sull'utero in affitto, svelando quale orribile mercato vi fosse dietro».

Che tipo di mercato?

«Una donna viene pagata e messa a contratto, per condurre una gravidanza a favore dei cosiddetti committenti, che danno i soldi e prendono possesso del bambino un minuto dopo che è nato».

E questo per lei è inaccettabile?

«Una pratica francamente insopportabile che lede le relazioni umane e offende le donne. Lo ha detto anche la Corte costituzionale. Offende soprattutto le donne che si trovano in una condizione di difficoltà economica e per questa ragione accettano il ricatto».

Come mai in Italia questa pratica è proibita mentre in molti Paesi occidentali è permessa?

«Fortunatamente, guardando il complesso delle nazioni, sono poche quelle che tollerano l'utero in affitto. Probabilmente lo fanno per assecondare un'idea di progresso, che è finta e si basa solo su una mole di affari da capogiro che prevale sulla necessità di difendere la dignità della donna».

Perché le donne accettano di rinunciare alla dignità?

«Perché sono deboli, hanno bisogno. Si trovano in condizioni estreme. È stato verificato quel che è successo in Ucraina, con un'impennata delle pratiche di affitto dell'utero dopo lo scoppio della guerra. Ne ha dato atto anche una risoluzione del Parlamento europeo del 2022».

L'utero in affitto era già reato. Era necessario ricorrere alla formulazione di reato universale, previsto per pochissimi tipi di delitti?

«In Italia il divieto, accompagnato da una sanzione, ha funzionato. Non si è sviluppato il fenomeno dell'utero in affitto. Però si è sviluppato il fenomeno del cosiddetto turismo procreativo. Cioè gli italiani andavano all'estero per affittare gli uteri. E non erano perseguibili. Per questo abbiamo pensato che si dovesse sancire il reato universale, con il quale si possono perseguire anche i delitti compiuti dagli italiani all'estero».

Cosa succederà ai bambini già nati con l'utero in affitto?

«Nulla, perché la legge penale non è retroattiva».

E in futuro?

«Ai bambini nulla. Nessun bambino sarà discriminato da questa legge».

La sinistra dice che saranno danneggiati.

«È assolutamente falso».

Non c'è una contraddizione tra la constatazione che c'è una crisi demografica e la decisione di proibire alcuni tipi di concepimento?

«No. Non è contraddittorio. Per invertire la tendenza al calo demografico servono misure in favore delle famiglie. È quello che stiamo facendo. Queste misure ci sono anche nel recentissimo progetto di legge di bilancio».

Nel centrodestra ci sono state resistenze?

«No. La maggioranza è compatta. Le divergenze ci sono state nelle opposizioni. Che hanno votato in modo diverso su alcuni emendamenti, come quelli presentati dal radicale Magi».

Le coppie sterili saranno danneggiate?

«Ci sono tanti altri rimedi per le coppie sterili. Per esempio l'adozione».

Farete anche una riforma delle adozioni per renderle più facili?

«Sì. Ci sono già dei progetti di legge presentati in parlamento da Fratelli d'Italia. Oggi i tempi delle adozioni sono troppo lunghi».

Alcune femministe dicono: Il corpo è mio e ci faccio quello

che voglio io.

«No, in Italia non è così. Non c'è la disponibilità assoluta del proprio corpo. Nessuno è autorizzato a vendere un occhio o un rene. È logico che non si possa neppure vendere o affittare un utero».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica