Luigi Di Maio si schiera contro Carlo Calenda e i suoi veti. "Con questo atteggiamento sta solo disgregando la coalizione di centrosinistra prima ancora che si formi, facendo un regalo alle destre", scrive in una nota il leader di Impegno Civico.
Di Maio attacca il leader di Azione che"dopo essere partito dal 'grande centro' Calenda è diventato un 'gregario' della coalizione di centrosinistra". Questo lo mette in difficoltà di fronte al suo elettorato e ai "nuovi arrivati" (il riferimento agli ex forzisti è chiarissimo) che, ora, si trovano alleati del centrosinistra. "Sorprende, però, che alla fine proprio Calenda - che si innalza a paladino dell’anti-grillismo - nelle sue dichiarazioni e nei suoi tweet sia diventato il più estremista di tutti", sottolinea Di Maio, chiedendo che il leader di Azione agisca "con meno arroganza e più rispetto".
Carlo Calenda, infatti, oggi, ha infiammato di nuovo lo scontro all'interno della coalizione attaccando Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, che aveva sostenuto che l'agenda Draghi non esiste. Il leader centrista, dopo aver messo all'angolo il Pd "che ha siglato un patto chiaro con noi che dice l'opposto", ha posto l'ennesimo veto nei confronti dei rossoverdi di Fratoianni e Bonelli concludendo:"A queste condizioni per quanto ci concerne non c'è spazio per loro nella coalizione".
Calenda-Franceschini, duello a colpi di tweet
Un aut-aut che non piaciuto nemmeno a Dario Franceschini, che su Twitter scrive:"Carlo Calenda e Nicola Fratoianni fermatevi!". Il ministro della Cultura sottolinea l'importanza della sfida per i partiti di centrosinistra: "evitare che l'Italia finisca in mano a una destra sovranista e incapace". Una sfida che, secondo Franceschini, si può vincere, ma attraverso il rispetto reciproco e accettando ognuno le proprie diversità. La risposta di Calenda non si è fatta attendere: "Dario, il terzismo alla volemose bene con noi non funziona - scrive il leader di Azione - Avete firmato un patto. NATO, rigassificatori, equilibrio di bilancio, revisione rdc, agenda Draghi. Dall'altro lato c'è una dichiarazione al minuto contro tutto questo. Chiarite. Punto".
Anche Bruno Tabacci, leader di Centro Democratico, il partito centrista alleato dei dimaiani, critica indirettamente Calenda: "Avendo una certa età, mi permetto - dice - di suggerire a tutti coloro che non vogliono regalare il Paese alla destra di smetterla con critiche, fatwe e attacchi reciproci". Tabacci si mostra preoccupato e chiede"senso di responsabilità da parte di tutte le forze del centrosinistra". Il parlamentare pone un problema di metodo:"Non si regge una coalizione in cui alcuni decidono da soli chi può farne parte e chi no e a quali condizioni. Non possono esserci alleati di serie A e serie B", sentenzia Tabacci rimarcando la necessità che le varie forze politiche pari dignità altrimenti salta la coalizione.
"Una volta risolta la questione di metodo si dovrà poi affrontare quella del merito, ovvero i programmi", aggiunge Tabacci, consapevole che le varie forze politiche possono anche avere idee diverse, "ma su alcuni punti base - conclude - occorrerà sedersi intorno a un tavolo e non alzarsi finché non si è trovato un punto d'intesa".
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