"La fuga disonorevole da Kabul resterà una macchia indelebile nei libri di storia sui quali studieranno i nostri posteri". A scriverlo sui suoi profili social è Beppe Grillo, garante del M5S che sul suo blog pubblica anche un lungo intervento scritto da Torquato Cardilli, ex ambasciatore d’Italia in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola.
"Nella storia ci sono sempre stati vincitori e vinti. Si può vincere in tanti modi: con l’inganno, con la fortissima motivazione nazionale, con l’astuzia strategica, con la superiorità in mezzi finanziari industriali, in uomini, in armamenti più avanzati e in tecnologia; al contrario si può perdere solo in due modi: a testa alta con onore da eroe o con la coda tra le zampe del disonore da vigliacco fuggiasco", scrive Cardilli che, poi, ricorda come subito dopo gli attentati dell'11 settembre 2001"l’amministrazione americana reagì come un’ape impazzita e cieca, decisa a utilizzare il suo pungiglione vendicativo contro il principe nero Bin Laden, di nazionalità saudita, ritenuto il mandante degli attentati che però erano stati eseguiti da terroristi sauditi e non afgani". Gli Stati Uniti, quindi, secondo l'ex ambasciatore "avrebbero dovuto sapere che quella guerra sarebbe stata un fallimento". "Bisognerebbe chiedere il rendiconto di questa politica scellerata, assolutamente priva di vantaggi politici, economici, sociali, costata 64 vittime cadute, 700 feriti e 8 miliardi sottratti allo sviluppo del paese", scrive ancora Cardilli citando uno ad uno tutti i premier, i Capi di Stato e i ministri degli Esteri che si sono succeduti negli ultimi vent'anni, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio inclusi. L'ex ambasciatore, infine, ricorda come la Merkel sia stata l'unica ad aver ammesso pubblicamente che l'Occidente in Afghanistan ha sbagliato tutto "mentre nessun altro leader europeo ha avuto il coraggio di fare autocritica per la guerra persa e per la fuga disonorevole da Kabul che resterà una macchia indelebile nei libri di storia sui quali studieranno i nostri posteri".
Queste parole arrivano a meno di 24 ore dal discutibile intervento che Giuseppe Conte ha rilasciato ieri a Ravello, nel corso della presentazione di un libro quando ha parlato della necessità di avere "un serrato dialogo con il nuovo regime talebano, che si è dimostrato abbastanza distensivo". "L'esito di questo ventennio di impegno della comunità internazionale in Afghanistan mi ha addolorato come credo abbia addolorato e angosciato tutti voi. Constatare dopo 20 anni l'insediarsi rapido ed efficace del nuovo Emirato islamico, mi ha lasciato sgomento", ha evidenziato l'ex premier che ha individuato come prioritaria la costruzione di corridoi umanitari che intende finanziare anche con i soldi delle restituzioni del M5S. "Sullo sfondo - ha aggiunto- c'è poi da interrogarsi sul fatto che non è con le armi che risolveremo problemi così" spiegando che ora c'è la necessità "di un dialogo costante con il nuovo regime".
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, durante il G7 esteri che si è tenuto oggi, ha dichiarato: "È importante agire in maniera coordinata nei confronti dei talebani. Dobbiamo giudicarli dalle loro azioni, non dalle loro parole. Abbiamo a disposizione qualche leva, sia pur limitata, su di loro come l'isolamento dalla comunità internazionale e la prosecuzione dell'assistenza allo sviluppo fornita finora. Dobbiamo mantenere una posizione ferma sul rispetto dei diritti umani e delle libertà, e trasmettere messaggi chiari tutti insieme". A tal fine "è fondamentale mantenere uno stretto coordinamento tra alleati per impostare una strategia condivisa nei confronti della nuova situazione a Kabul", ha aggiunto il capo della Farnesina annunciando che"l'Italia, come Presidente del G20 e Paese in stretto coordinamento con il G7, ha in programma di convocare una riunione ad hoc a livello di Leader per promuovere una discussione approfondita tra i membri sull'Afghanistan". Di Maio ha, infine, annunciato che in Italia sono già arrivati più di 500 afghani, tra ex collaboratori e famiglie e che si prevede di trasferirne i Italia circa 2500 in totale.
Per quanto riguarda i diritti umani, il ministro degli Esteri ha sottolineato:"Gli afghani, in particolare le donne e le ragazze afghane, hanno combattuto e pagato un prezzo costoso per far progredire le loro condizioni e noi li abbiamo sostenuti in questo sforzo. Non possiamo ora permetterci battute d'arresto sui progressi compiuti in materia di diritti umani e libertà civili".
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