Mal di pancia di Iv e 5 Stelle Strappo sulla legge elettorale

Primo ok al "Brescellum" senza i renziani che incalzano pure sul Mes. Semplificazioni, 76 grillini disertano l’Aula

Mal di pancia di Iv e 5 Stelle Strappo sulla legge elettorale

Il governo Conte «balla» sui numeri a Montecitorio ma incassa il via libera al decreto semplificazioni. Altri due fronti caldi insidiano la maggioranza giallorossa: legge elettorale e Mes. Per l'esecutivo si preannuncia un autunno di fuoco. Tanti i dossier aperti sul tavolo della coalizione Pd-M5S-Italia Viva. E anche un passaggio parlamentare tranquillo mette a nudo la debolezza della maggioranza. I litigi minano la stabilità dell'esecutivo. Ieri l'Aula ha definitivamente approvato il decreto. Non è andato tutto liscio. Quattro parlamentari del M5S hanno votato contro il provvedimento: Andrea Colletti, Fabio Berardini, Elisa Siragusa e Marco Rizzone. Secondo i tabulati, inoltre, 45 deputati M5S non hanno partecipato al voto e 31 erano in missione. Le defezioni da parte del Movimento sono state complessivamente 76. Nei giorni scorsi nelle chat grilline si erano registrate tensioni, con molti parlamentari sul piede di guerra, pronti a disertare il voto. «Se fossimo stati all'opposizione - ha detto in Aula Colletti annunciando il suo no - avremmo fatto manifestazioni e bloccato le Aule per bloccare questo provvedimento. Faccio appello ai colleghi di prendere coraggio e tornare quello che eravamo». Un deputato grillino ammette: «Ormai c'è un totale scollamento tra il gruppo parlamentare e i vertici (capogruppo e direttivo). I vertici non rappresentano più il gruppo».
Ma anche dal fronte Pd non sono mancate le assenze: 14 deputati hanno disertato la votazione. Il governo porta a casa il dl semplificazioni. Ma sul tavolo piombano altri due nodi da sciogliere: Mes e legge elettorale. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ieri mattina, ha incontrato a Palazzo Chigi i capigruppo della maggioranza insieme ad altri esponenti del governo per un confronto sulle linee guida del Recovery Fund, messe a punto dall'esecutivo. Le linee guida saranno sottoposte all'esame del Parlamento. Oggi è in programma un nuovo vertice di maggioranza. Sui tempi il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola non si sbilancia.
Ma è il dossier Mes che spacca il governo. Matteo Renzi provoca gli alleati dei Cinque stelle (contrari all'uso dei fondi): «Il sì dei Cinque Stelle al Mes è scontato, stanno soltanto aspettando le regionali per mantenere una parvenza o una finta di coerenza. Del resto hanno cambiato idea sulla Tav, sulla Tap, sui gilet gialli, su Mattarella, sulle Olimpiadi, sull'Europa, sulla Cina e sull'America. Hanno cambiato idea su tutto e cambieranno idea anche sul Mes. Non c'è fretta, se dicono di sì fra un mese va bene lo stesso. Non c'è una persona normale che dica di no al Mes» ironizza a Start, su Sky TG24. Più diretto Davide Faraone, capogruppo Iv a Palazzo Madama: «Le risorse per la sanità vanno finanziate con il prestito del Mes, non utilizzando i soldi del Recovery Fund: quelle risorse devono essere pienamente utilizzate per il rilancio dell'economia e lo sviluppo del Paese. Italia viva ha posto il tema questa mattina ma ad ora non è ancora arrivata una risposta precisa». Il Pd è sulle posizioni dei renziani. Il Movimento è fermo (per ora) sul no. Ma dalla Festa dell'Unità di Modena, il premier ha lasciato ipotizzare un passaggio parlamentare prima del via libera al Mes. E comunque il tema è divisivo e surriscalda gli animi nella maggioranza.


Così come non c'è intesa sulla legge elettorale: ieri la commissione ha adottato, con i soli voti di Pd e M5s, il testo base della legge elettorale, il cosiddetto Brescellum, che prevede un proporzionale con soglia di sbarramento nazionale al 5% e diritto di tribuna per i partiti minori, mentre Italia Viva e Più Europa non hanno partecipato al voto. Dura protesta del centrodestra che abbandona i lavori al momento del voto: «La forzatura della maggioranza dovrebbe convincere tutto il centrodestra sul No al referendum», lamenta l'azzurra Deborah Bergamini.

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