L'istituto San Raffaele fa un enorme passo avanti nella battaglia contro l'emicrania cronica negli adolescenti. È il primo al mondo a dare il via al trial clinico sul trattamento con anticorpi monoclonali antiCGRP (Fremanezumab) in età pediatrica e adolescenziale (6-17 anni). E il risultato è ancora più rilevante se si considera la difficoltà a reclutare piccoli pazienti e adolescenti. Lo annuncia il Piero Barbanti, direttore dell'Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore e professore di Neurologia presso l'Università San Raffaele di Roma, in occasione della giornata nazionale della Neurologia.
Si tratta del primo farmaco preventivo specifico e selettivo per l'emicrania in bambini e ragazzi. «Fino ad oggi - spiega - abbiamo usato come cura antidepressivi, antiepilettici, calcio-antagonisti e beta bloccanti. Ma questi trattamenti sono poco tollerati, inducendo spesso sonnolenza, variazioni di peso o disturbi della concentrazione. L'anticorpo monoclonale Fremanezumab, già in commercio per l'adulto e che stiamo utilizzando sperimentalmente al San Raffaele, potrebbe essere una svolta. Attualmente siamo i leader mondiale di questa sperimentazione in quanto a numero di soggetti studiati, 27 in totale, il più piccolo ha 9 anni, il più grande 17. Il farmaco, iniettato sottocute una volta al mese, ha grandissima efficacia e agisce rapidamente anche nelle forme croniche associate a depressione, non presentando sostanzialmente eventi avversi».
In Italia oltre 7 milioni di persone soffrono di emicrania, il 10% sono bambini e ragazzi e si stima che fino al 2% dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni abbia mal di testa più di 15 giorni al mese. Più nello specifico: oltre il 40% dei ragazzi ecolpito da cefalea mentre 10 bambini su 100 soffrono di emicrania, una forma comune di cefalea primaria. Si tratta di percentuali in aumento, condizionate da carenza di sonno, alimentazione irregolare, stress e crescente uso di sostanze psicoattive anche tra i più giovani.
La giornata della Neurologia punta i fari sulla prevenzione ma «la vera sfida oggi - sottolinea Barbanti - è riuscire a intervenire sin dall'infanzia per plasmare la salute neurologica dell'adulto intercettando le cefalee già in epoca scolare, sensibilizzando genitori, ragazzi, professori e dirigenti scolastici. All'età di dieci anni, la prevalenza dell'emicrania nei bambini ecirca del 5% e aumenta nel corso dell'adolescenza fino a percentuali che raggiungono il 28% nelle femmine e il 15% nei maschi in età post-adolescenziale.
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