Malattia e maternità, tutele alle partite Iva

Giovedì in Cdm il provvedimento per i lavoratori autonomi. Ma non ci sono sconti fiscali

Malattia e maternità, tutele alle partite Iva

Giovedì prossimo in Consiglio dei ministri arriverà finalmente il ddl di tutela dei lavoratori autonomi. Si tratta del collegato alla legge di Stabilità che era in preparazione dallo scorso mese di ottobre e che dovrebbe estendere il sistema delle garanzie alle piccole partite Iva. Insomma, il naturale complemento del Jobs Act per i free lance introduce certamente novità positive, ma non chiude la partita su un sistema fiscale troppo pesante che obbliga gli autonomi a non superare determinate soglie di fatturato (30 o 50mila euro a seconda della categoria merceologica) se vogliono usufruire dei regimi di favore, il forfait o i «minimi».

Due le innovazioni che partite Iva e collaboratori attendevano da molto tempo. Il ddl, infatti, prevede la sospensione del versamento dei contributi previdenziali per coloro che sono affetti da una malattia grave (oltre 30 giorni) per un periodo massimo di due anni. Sarà possibile procedere alla regolarizzazione della propria posizione una volta guarito rateizzando fino a un periodo tre volte superiore a quello di degenza, dunque fino a sei anni. L'altra misura particolarmente invocata è l'erogazione dell'assegno di maternità anche alle lavoratrici che continuano a svolgere la propria professione anche nel periodo immediatamente successivo alla gravidanza; si avrà anche diritto a un congedo parentale di sei mesi. Non ci sarà più bisogno di astenersi totalmente dalle prestazioni per usufruire del beneficio.Il disegno di legge predispone anche la piena deducibilità delle spese per la formazione professionale escluse quelle di viaggio fino a un massimo di 10mila euro, mentre la normativa attuale limita la soglia al 50 per cento.

Viene inoltre estesa agli autonomi la legge sui tempi certi di pagamento; essi inoltre potranno detrarre dalle tasse i premi assicurativi a copertura dei ritardi di pagamento. Insomma, i piccoli potranno aggiungere un'altra freccia alla faretra del recupero crediti, generalmente affidata alle associazioni di categoria. Il ddl fissa pure paletti ben precisi contro le clausole vessatorie nei contratti: il cliente non potrà più modificare unilateralmente le condizioni del contratto e non potrà recedere senza un congruo preavviso.

I diritti di utilizzo di scoperte e invenzioni, effettuate durante lo svolgimento del lavoro spetteranno al lavoratore e non più al committente, salvo i casi specifici delle professioni intellettuali. Si potranno dedurre fino a 5mila euro le spese per la certificazione delle competenze e la riqualificazione. Le partite Iva, infine, potranno accedere alle gare pubbliche.

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