"Da mamma a mamma, provo orrore per mio figlio"

La madre del killer scrive ai genitori dei due fratellini uccisi: "Una violenza che non ha alibi"

"Da mamma a mamma, provo orrore per mio figlio"

«Come si può arrivare a tanta ferocia, a spezzare la vita di due giovani vite? Il gesto di mio figlio non può essere giustificato in alcun modo per il tanto dolore che ha provocato». Frida Rossetti, la madre di Andrea «Hyde» Pignani, il killer di Ardea, scrive ai genitori di David e Daniel, 5 e 11 anni, e alla moglie di Salvatore Ranieri, Patrizia Caschera.

Alla vigilia dei funerali dei piccoli Fusinato, uccisi da due colpi esplosi dalla Beretta calibro 7,65 dell'ex guardia giurata Stefano Pignani, la donna affida al suo legale, l'avvocato Marco Mellacca, un messaggio straziante che trasmette tutta la sua angoscia: «Come madre - si legge - e moglie sono profondamente addolorata e sconvolta per il gesto folle, efferato e violento di mio figlio, davanti al quale non mi dò pace né ragione, come voi. Il gesto insano di mio figlio, che ha provocato la morte di Salvatore, Daniel e David, anime innocenti, ha gettato nel dolore e nella disperazione le vostre famiglie e la mia».

Sono passate le 11 di domenica scorsa quando a Colle Romito, un comprensorio residenziale alla Marina di Ardea, un 35enne ingegnere informatico, da tempo in preda a manie di persecuzione e scatti di rabbia, «scarrella» la pistola semiautomatica del papà defunto, cappuccio calato in testa e guanti, ed esce dalla sua abitazione al 238 di viale di Colle Romito. Vede nemici e fantasmi ovunque, Andrea. È stato ricoverato per un giorno al nuovo ospedale di Ariccia l'anno prima per aver sfasciato casa in preda a una crisi. I carabinieri intervenuti segnalano il caso, l'ospedale lo dimette con la prescrizione di cure psichiatriche e lo affida al padre. Ma il genitore muore sei mesi dopo: nessuno si preoccupa di sequestrare la vecchia pistola d'ordinanza (l'uomo aveva lasciato la divisa nel lontano 1986). La mamma non la trova, Andrea l'ha nascosta in mansarda, forse per paura dei suoi incubi peggiori.

La tira fuori domenica mattina quando esce di casa in preda a una crisi di panico. Vede nemici ovunque, Andrea. Chi l'ha incrociato per i viali del residence ricorda una persona inquietante che cammina svelta, guardandosi sempre attorno. Un matto. Arriva sotto casa della famiglia Fusinato, Mister Hyde. Il capofamiglia è agli arresti domiciliari per una storia di malavita di Ostia. I figli giocano al parchetto di fronte con bicicletta e monopattino. Non ci sono testimoni né telecamere. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del comando provinciale di Roma, Pignani colpisce i due bambini che gli corrono attorno. Arriva un 74enne in bicicletta, Ranieri, un pensionato Atac in vacanza con la moglie. L'uomo molla la bici a terra per soccorrere il piccolino. Pignani lo centra alla testa con un altro colpo. Più in là c'è un residente alle prese con la spazzatura. Pignani mira anche a lui ma, fortunatamente, il colpo va a vuoto. Poi si barrica in casa. La trattativa va avanti per quattro ore. Pignani non risponde nemmeno alla madre e ala sorella. Gli uomini del Gis, le «teste di cuoio» dei carabinieri, stanno per fare irruzione quando un colpo alla tempia mette la parola fine alla follia omicida. «Mi sento impotente - conclude la madre del killer - davanti alla vostra tragedia e so che non ci sono parole giuste.

Ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano il segno e ti cambiano la vita inesorabilmente, perché indietro non si torna. Permettetemi solo di stringermi con tutto il mio dolore e quello della mia famiglia tutta, al vostro che sarò lungo e incolmabile».

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