In appena tre giorni Mosca ha conquistato nel Kharkiv un territorio esteso quanto la città di Firenze, aprendo un nuovo fronte nord-orientale nella guerra. Le truppe di Kiev, in netto svantaggio numerico, non hanno potuto far altro che arretrare, e ora proveranno in ogni modo a impedire ai 30mila soldati russi di raggiungere Kharkiv, che dista solo 25 km dall'epicentro dell'inferno, da dove sono fuggite ormai 7mila persone.
«La Russia avanza grazie al sostegno di Pechino», dice Stoltenberg dalla Nato, ma forse grazie anche all'aiuto di milizie arruolate in Africa. La pesante sconfitta sarebbe da attribuire anche a un'imperdonabile leggerezza: non aver minato le aree di confine nonostante l'allarme d'invasione fosse nell'aria. L'ha denunciato domenica Denys Yaroslavsky, comandante di un'unità di ricognizione, pubblicando un video su Facebook. L'establishment politico di Kiev ha preso rapidi provvedimenti, rimuovendo dall'incarico il generale Yuriy Galushkin sostituendolo con il comandante della 72esima Brigata meccanizzata «Zaporoghi Neri» Mykhailo Drapatyi. Il 42enne Drapatyi non è nuovo a missioni impossibili. Nell'agosto del 2014, con le truppe ucraine decimate e circondate dei separatisti a Voznesenivka (Luhansk), riuscì a sfondare le linee nemiche e a salvare decine di soldati da morte certa. Il compito di Drapatyi è arduo: nelle scorse ore ha dato l'ordine di costruire fortificazioni intorno a Vovchansk (i residenti rimasti sono solo 200), ma a causa dei continui bombardamenti russi, parecchi soldati hanno perso la vita. L'esercito ucraino ieri ha comunque impedito al nemico di avanzare nel villaggio di Lukyantsi, ottenendo un successo parziale a Starytsia. Episodi sottolineati da Zelensky. Troppo poco per sperare in un ribaltamento, anche perché le tanto attese armi Usa tardano ad arrivare. Kiev si affida ai fondi di magazzino e la percentuale di missili russi abbattuti è molto più bassa di quanto non fosse all'inizio del conflitto, scrive il Wall Street Journal. Ad aprile il tasso di intercettazione è sceso al 30 per cento. Il Patriot è l'unico mezzo affidabile per abbattere missili balistici e ipersonici. Ma Kiev ha pochi sistemi Patriot (avrà a giorni gli Iris-T tedeschi) e centellina i suoi vettori, anche perché le nuove forniture statunitensi sono per ora bloccate da Washington.
Ad appena 60 km di distanza si colloca l'altra zona calda del conflitto, Belgorod (di nuovo sotto tiro), dove un missile domenica ha colpito un palazzo provocando 12 vittime. Mosca accusa Kiev di «atto terroristico» e la Nato per aver fornito «le armi che hanno provocato una carneficina». A difesa dell'Ucraina è intervenuta l'organizzazione investigativa indipendente di Mosca «Conflict Intelligence Team». Secondo gli esperti «è altamente probabile che si sia trattato di un missile di un sistema di difesa aerea russo o della discesa di emergenza di una bomba aerea». Nel 810° giorno di combattimenti una donna è stata uccisa e 3 civili feriti nella russa Kursk in un bombardamento di droni di Kiev. Una base militare aerea russa è stata colpita in Crimea da un attacco missilistico, che ha provocato 2 morti.
A Sorokyne (Luhansk), Kiev ha distrutto depositi di munizioni e carburante (3 vittime), mentre nel Donetsk abbattuto un caccia Su-25. L'esercito russo ha colpito Nikopol 17 volte con droni e artiglieria. Mosca ha reso noto di aver distrutto il primo obice italiano.
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