La mano sul cuore di Mattarella: "Costituzione saggia". Fallisce il blitz gretino

Clima di concordia fra il presidente, la premier e i vertici del Parlamento. E la Polizia neutralizza il tentativo di boicottaggio di "Ultima generazione"

La mano sul cuore di Mattarella: "Costituzione saggia". Fallisce il blitz gretino
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Vabbè, la pioggia inzuppa senza pietà la giornata della Repubblica ma i reparti sfilano ai Fori, i parà srotolano Il bandierone sul Colosseo, le Frecce colorano le nuvole e Claudio Baglioni, chi altri sennò, canta l'Inno.

E mentre la polizia neutralizza il blitz di «Ultima Generazione», che pretende di bloccare la parata o perlomeno la Flaminia presidenziale scortata dai corazzieri a cavallo, Sergio Mattarella e Giorgia Meloni intonano più o meno le stesse note, Europa, unità, appoggio all'Ucraina, con qualche sfumatura differente. «La nostra Costituzione - sostiene il capo dello Stato - è lungimirante e saggia. I padri della Patria, consapevoli dei rischi di una chiusura, sognavano un Paese aperto all'Europa e vicino ai popoli che combattono per le proprie libertà».

Sulla Carta la premier glissa: «Questa è la festa, importante e straordinaria, della nostra Repubblica e della nostra democrazia, del nostro orgoglio e della nostra unità. Ci riporta alla prima idea di Ue, che immaginava la sua forza grazie alla quella degli Stati. Forse dovremmo tornare a lì».

Dettagli, accenti diversi, del resto come dice Giorgia «siamo in campagna elettorale». Ma l'atmosfera di concordia nazionale regge. «Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno - scrive Mattarella alle forze armate - in comunione di intenti e cooperazione per il bene comune. Il nostro contributo alla stabilità internazionale è oggi più che mai prezioso». I presidenti di Camera e Senato si affrettano ad elogiare la Costituzione. «È la nostra guida», per Fontana. «Manteniamo alto il valore di democrazia», aggiunge La Russa. E la Meloni ringrazia «chi crede nella libertà, chi sacrificando la vita ha reso l'Italia il Paese che è, chi ogni giorno con onore e coraggio contribuisce a renderlo forte, unico, rispettato da tutti».

Poi certo, oltre la pioggia, qualcuno prova a guastare il clima. Matteo Salvini, ad esempio, attacca Mattarella che aveva ricordato come il voto consacri la Ue. «Oggi è la festa della Repubblica, non della sovranità europea. Non mi arrenderò mai a un super Stato dove comandano quelli che hanno i soldi, la sovranità nazionale è fondamentale». E il leghista Claudio Borghi chiede le dimissioni del presidente.

Oppure, l'azione dagli aspetti grotteschi tentata da Ultima Generazione. Tra i fischi dei cittadini, un gruppetto di una quindicina di ragazzi salta le transenne e si stende per terra in via Quattro Novembre, a pochi metri da piazza Venezia. Hanno vernici, lucchetti e molto fiato in gola. «Vogliamo partecipare alla sfilata, anche da imbucati». Ma non riescono a incatenarsi né a ostacolare il traffico di auto blu. La polizia li toglie di mezzo in pochi secondi e li porta in commissariato, ben prima del transito della Lancia Flaminia. Un piccolo tafferuglio, molte urla, nessuna violenza. Altri ecologisti vengono fermati nelle strade del centro, hanno delle bottiglie con un liquido nero dentro. Racconta Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno: «Il mio plauso agli agenti della questura di Roma che con prontezza e professionalità hanno bloccato i vandali garantendo lo svolgimento della festa di tutti gli italiani». Gli attivisti non ci stanno. «Hanno usato un manganello».

Per il resto tutto liscio in questa festa un po' di popolo e un po' di istituzioni. Soldati, bande, gente che batte le mani con la coccarda tricolore, la forza militare e lo sfarzo del palazzo che esce per strada. Mattarella con le alte cariche che depone la corona al Milite Ignoto, passa in rassegna le truppe e si siede per tre ore in tribuna. Reparti speciali e carabinieri col pennacchio, trecento sindaci con fascia e il lancio del tricolore gigante. I vigili del fuoco con le toppe nelle divise. «Il corpo nazionale cade a pezzi». Guido Crosetto che parla delle missioni. «Le forze armate sono essenziali per contribuire alla pace dove ci sono guerre e tensioni». Ucraina, Medio Oriente, Mar Rosso, Balcani, ecco i teatri dell'impegno italiano, ma serve un esercito Ue.

«In Europa è tempo di un deciso passo avanti nell'integrazione». Sfilano per la prima volta pure i diplomatici. «Una bella novità - dice Antonio Tajani - donne e uomini che lavorano per la pace». E mentre Mattarella risale sulla Flaminia, le Frecce sorvolano Roma.

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