È un sabato di riflessione per i leader, all'indomani del vertice di maggioranza in cui è stato ribadito il patto di legislatura e sono stati avviati i grandi lavori in vista della manovra economica. Una giornata in cui si punta a stemperare qualche polemica sull'Ucraina e sull'equivoco del doppio comunicato prodotto dalla Lega, ma soprattutto si guarda ad alcuni numeri che raccontano di una tenuta del Sistema Paese e di un consolidamento del consenso della premier e del governo. L'impressione è che «la sobrietà e la responsabilità» raccomandate da Giorgia Meloni sulla Legge Finanziaria, al di là di qualche inevitabile braccio di ferro, non verranno disattese. Piuttosto qualche passaggio più insidioso per l'esecutivo potrebbe arrivare su due riforme fondamentali come il premierato e l'autonomia. Sulla manovra il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il suo vice Maurizio Leo sono già al lavoro per individuare i circa 25 miliardi di risorse necessari.
Così come si sta lavorando - da inizio luglio - al Piano strutturale di bilancio, grande novità della riforma del Patto di stabilità europeo. La nuova governance economica prevede che entro il 20 settembre i Paesi presentino un piano dettagliato con le politiche economiche e fiscali per i prossimi quattro o cinque anni, con un percorso di riforme fino a sette anni. Una programmazione di lungo termine che per alcuni Paesi, tra cui l'Italia, prevede anche un piano di rientro dal debito (nei prossimi sette anni l'Italia dovrà seguire una riduzione costante del deficit di 0,5 punti l'anno e tagliare il debito di un punto all'anno). Il governo per definire la propria road map economico-finanziaria guarda con interesse ad alcuni indicatori che lasciano intravedere un ritorno a una crescita più sostenuta. C'è l'occupazione record raggiunta nel mese di luglio, con 56mila persone in più al lavoro e il numero complessivo di occupati oltre la soglia dei 24 milioni. E c'è anche l'inflazione in calo in Italia nel mese di agosto: si passa dal +1,3% registrato in luglio al +1,1%.
Nel frattempo ci sono alcuni indicatori di consenso a cui governo e partiti guardano con interesse. Ieri un sondaggio di Lab21.01 per il forum di dibattiti di affaritaliani.it ha rilevato come Giorgia Meloni sia sempre più apprezzata dagli italiani (+3,1% rispetto al 2023) venga promossa tanto nella sua veste di leader politico quanto in quella di presidente del Consiglio.
Dentro Forza Italia, invece, ieri si registrava molta soddisfazione per il sondaggio Tecnè realizzato per l'Agenzia Dire che assegna agli azzurri un 10,8% di consensi in crescita dello 0,5%, con Fratelli d'Italia al 29,1, il Pd al 24%, il Movimento Cinquestelle al 10,8 e la Lega all'8,3%. Una rilevazione considerata molto importante su altri due fronti. Il primo è quello relativo al «borsino dei leader», con Antonio Tajani secondo dietro Meloni con il 36,7% e una crescita dello 0,5%.
Molto positiva, in ottica forzista, anche l'accoglienza positiva che gli italiani assegnerebbero allo ius scholae, con un 58% di favorevoli alla proposta, un 26% di contrari e un 16% che non si esprime. Un dato che, sebbene sia universale e non vada a rilevare le preferenze degli elettori di centrodestra, sembrerebbe dare forza alla proposta del segretario di Forza Italia.
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