Un colpo di scena dietro l'altro. È la sintesi della trattazione della manovra 2023 in commissione Bilancio alla Camera. La seduta notturna che si è conclusa ieri mattina alle 7.30 non aveva dato nessun risultato. Dopo la bocciatura di alcuni emendamenti delle opposizioni e l'accantonamento di quasi tutti gli altri, i voti sono terminati e si è passati a una serie di riunioni tra gruppi parlamentari e governo per trovare un accordo sulle votazioni degli emendamenti governativi riformulati dai relatori nonché sulle proposte di modifica presentate da maggioranza e opposizione.
La giornata è così trascorsa in attesa dei riformulati e della convocazione, slittata più volte, di un ufficio di presidenza della commissione Bilancio per sbloccare l'impasse. Impasse che aveva portato fonti del ministero dell'Economia a bacchettare tutti quanti per spronarli a far presto. «Se il Parlamento ritenesse di non modificare la manovra, per il Mef il testo già approvato in Cdm va benissimo e sarà quello presentato in Aula e sul quale si porrà la fiducia, con l'eccezione della riformulazione sul Pos», si era fatto filtrare.
Cosa si può dire, quindi, della legge di Bilancio? Il relatore di Fi, Roberto Pella, ha anticipato che non ci sarà lo scudo penale nella norma che consentirà di spalmare debiti previdenziali e fiscali in 60 mesi (utile alle società di calcio ma non solo). Il capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, e il leader dei Cinque stelle, Giuseppe Conte, hanno gridato all'unisono: «Vittoria!».
Modificato il regime della nuova 18App che si chiamerà «Carta G»: Isee e merito scolastico diventano i parametri per ottenere il bonus cultura da 500 euro per i diciottenni. Il beneficio scatterebbe per un Isee fino a 35mila euro e per chi ottiene 100/100 all'esame di maturità. Non è escluso che con il doppio requisito il bonus possa raddoppiare a mille euro, ma su questo sono ancora in corso valutazioni.
Gli emendamenti dei relatori, secondo quanto dichiarato dallo stesso Pella, sono una trentina tra cui almeno 23 stralci di altrettante norme dai maxiemendamenti del governo. Le misure vanno dal congedo parentale per entrambi i genitori all'aumento dell'assegno unico per le famiglie numerose; dall'Iva al 5% per il teleriscaldamento all'aumento e al 10% per il pellet. Dall'indicizzazione delle pensioni medie (85% tra 4 e 5 volte il minimo) all'abolizione della norma sul Pos (su cui si attende un emendamento che preveda un ristoro per i piccoli commercianti, a carico delle banche) e all'aumento della decontribuzione - da 6mila euro a 8mila euro - per le assunzioni a tempo indeterminato o le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato. Idem per la proroga al 31 dicembre 2025 delle detrazioni fiscali per le spese per interventi diretti alla eliminazione delle barriere architettoniche e la proroga al 31 dicembre della presentazione della Cilas per i lavori del Superbonus al 110%. Si è invece in attesa di novità sul recupero dell'emendamento governativo che introduce un'imposta sostitutiva al 176% per le rivalutazioni di terreni e beni incluse le partecipazioni azionarie (che così sarebbero sottratte al regime ordinarie del 26%). Le novità presentate ieri in tarda serata prevedevano un interesse del 2% (anziché dello 0,5%) per il ravvedimento speciale e un milione per la tutela della maternità e della malattia dei figli per le professioniste. Previsto inoltre un tetto di 240mila come retribuzione massima per gli organi delle banche salvate dallo Stato (in pratica solo Mps visto che le altre sono state assorbite).
Tra gli emendamenti Pd alla manovra che hanno ricevuto parere favorevole dal Mef c'è il rifinanziamento del bonus psicologico e del reddito alimentare, in particolare per la distribuzione del cibo. Secondo Pella, la votazione in commissione si può concludere entro oggi con approdo in Aula domani.
Soddisfatto il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara: «In un contesto difficile come questo abbiamo ottenuto uno degli aumenti più significativi, che sono circa 650 milioni per il prossimo anno, quasi 2 miliardi in 3 anni di fondi in più destinati alla scuola».
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