La marea nera (per ora) non c'è Il Ppe pensa all'intesa coi verdi

Dagli exit poll nei Paesi dove si è già votato i sovranisti non sfondano. Per la maggioranza si guarda a sinistra

La marea nera (per ora) non c'è Il Ppe pensa all'intesa coi verdi

L' utopia di una vittoria sovranista è scritta nei numeri e nei sondaggi. I 130 seggi attribuiti, nel migliore dei risultati, a Matteo Salvini e alleati non bastano infatti a controllare un Europarlamento dove la soglia di maggioranza resta fissata, complice la mancata Brexit, a quota 376. E da una settimana a questa parte le prospettive sembrano anche peggiorate. Il misterioso filmato in cui Heinz-Christian Strache, il leader dell'Fpö austriaco alleato di Salvini, promette favori a una finta ereditiera russa in cambio di presunti finanziamenti minaccia di ridimensionare non solo la consistenza del gruppo austriaco, ma anche la fiducia nell'insieme del movimento sovranista. Le sinistre avvisaglie sono in qualche modo confermate dagli exit poll diffusi dopo il voto europeo di giovedì scorso in Olanda. Lì il biondo Geert Wilders, altro alleato chiave di Salvini, rischia di non portare a casa neppure un seggio.

La caduta di Wilders, va detto, è in parte annunciata. Già a marzo molti elettori della destra sovranista gli hanno preferito il rivale Thierry Baudet, leader di quel Forum per la Democrazia impostosi come secondo partito del Paese. La chiave del successo del 36enne Baudet era stata, allora, la crociata contro il «cartello dei partiti tradizionali» colpevoli di dimenticare un elettorato moderato minacciato da depauperamento e marginalizzazione. Oggi, però, il successo di quelle parole d'ordine sembra già svanito. Tutti gli exit poll sono concordi nell'attribuire la vittoria ai laburisti di Frans Timmermans, l'attuale vice presidente della Commissione europea che i gruppi socialisti vogliono promuovere a presidente del principale organo di governo dell'Unione.

Un altro segnale favorevole ai partiti europeisti e alla sinistra, in particolar modo quella verde, arriva dal voto di venerdì in Irlanda. Lì i sovranisti non possono contare su protagonisti di rilievo. Gli exit poll indicano, tuttavia, un significativo successo dei partiti europeisti e dei verdi. Secondo le analisi, pubblicate dall'emittente nazionale Rte, il partito verde di Ciarán Cuffe sarebbe in testa con il 23% dei voti e 9 punti di vantaggio sul partito conservatore del premier Leo Varadkar (alleato del Ppe) attestato al 14%. Il partito conservatore Fianna Fáil di Michael Martin, alleato con i liberali europei di Alde, sarebbe al 12%. La sinistra di Sinn Féin a Dublino è invece al 10%, mentre il partito laburista è in coda con il 4%. Il successo dei verdi irlandesi è importante, in prospettiva, perché proprio i gruppi del «sole che ride» potrebbero esser chiamati a formare la nuova maggioranza dell'Europarlamento assieme a popolari, socialisti e liberali.

Impossibile, invece, trarre indicazioni dal voto di ieri in Lettonia, Slovacchia e nell'isola di Malta. Per tutti e tre i Paesi non sono infatti previsti exit poll. Altrettanto oscuri, fino a domenica sera, i risultati della Repubblica Ceca dove ieri si è votato per il secondo giorno di fila. In Slovacchia il termometro del successo o della debacle sovranista è legato ai risultati di Siamo una Famiglia (Sme Rodina). Il partito s'identifica di fatto con la figura del 51enne Boris Kollar, un ambiguo e chiacchierato uomo d'affari trasformatosi in leader politico dopo il rientro dalla Florida dove ha costruito un'autentica fortuna economica. Il suo slogan «fidatevi di me non sono un politico» mal si concilia con la sua fama di padre di dieci figli messi al mondo con nove donne diverse. Questo non ha impedito all'alleato di Salvini e di Marine Le Pen di conseguire discreti successi alle elezioni del 2016.

Gli ultimi sondaggi lo danno però in calo e non gli attribuiscono più di un seggio a fronte dei 3 assegnati ai socialisti dello Smer. In leggera ripresa anche il Movimento Cristiano Democratico, alleato dei Popolari europei, che però ben difficilmente conquisterà più di un seggio.

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