«Quelli che volevano assassinarmi non dovevano andare in carcere, ma finire nelle mani di mio padre Simon. È un cacciatore, vive a Krasnodar, e nella foresta cattura e macella alci adulte. Di sicuro avrebbe saputo prendersi cura di quei vigliacchi». Non usa mezzi termini Margarita Simonyan sul suo profilo Telegram per parlare dell'attentato sventato dagli 007 di Mosca nei suoi confronti e di quelli della collega giornalista Ksenia Sobchak. Secondo quanto scrive la stampa vicina al Cremlino le due donne erano finite nel mirino del gruppo neonazista «Paragraph-88» che da alcuni giorni le pedinava nel tragitto da casa alla redazione di Russia Today (RT), il canale televisivo filo-Putin per il quale lavorano. Secondo i russi, il gruppo si stava preparando ad assassinare le due donne su commissione della Sbu, l'intelligence ucraina, dietro una ricompensa di 1,5 milioni di rubli (15mila euro) per l'omicidio di ciascuna. «Volevano tappare la bocca a chi aveva scoperto i crimini perpetrati dai soldati ucraini nei confronti dei prigionieri russi», si legge in una nota diffusa su Itar-Tass. Ai 7 arrestati (rimarranno in isolamento fino a settembre), di cui 3 minorenni, sono stati sequestrati un fucile d'assalto Kalashnikov con cartucce, manganelli di gomma, coltelli, tirapugni e manette.
Margarita Simonyan, 43 anni, una laurea in lingue straniere e una specializzazione all'Università americana dello New Hampshire, è una fedelissima di Putin. Ha accompagnato lo zar di Mosca, da inviata, nel corso di parecchi incontri internazionali, e nel 2018 è stata la spin doctor per le elezioni presidenziali. Durante la permanenza negli Usa ha maturato, usando le sue parole, «odio e scetticismo nei confronti dell'occidente». Pare che sulla scrivania dell'ufficio ci sia un telefono giallo in linea diretta e sicura con il Cremlino. Narrazione a parte, di sicuro è la prima giornalista che Putin mette al corrente per gli annunci ufficiali. Non a caso il messaggio sull'inizio dell'Operazione Speciale venne proprio trasmesso da Russia Today, mentre parte dell'establishment era all'oscuro dell'ordine impartito dal presidente russo. RT è finita nel pacchetto delle sanzioni dell'Ue, e oscurata dopo essere stata considerata una tv centrale nella propaganda di Mosca.
Ksenija Sobcak, 42 anni, è figlia dell'ex sindaco di San Pietroburgo Anatolij Sobcak, un professore di diritto che all'università ha avuto due allievi speciali, Vladimir Putin e Dmitrij Medvedev. In Russia è uno dei personaggi più conosciuti, essendo stata politica, attrice, conduttrice di reality, scrittrice e imprenditrice di successo. Fino a qualche anno fa si professava lontana dalle posizioni di Putin, ma ha cambiato radicalmente opinione. Si è inventata di recente la carriera da giornalista diventando braccio destro della Simonyan.
Ieri sera proprio RT ha mandato in onda il video di due degli arrestati.
Nel filmato uno dei presunti attentatori, il 18enne Mikhail Balashov (l'altro si chiama Yegor Savelyev), confessa di essere stato «pagato da Kiev per uccidere le due giornaliste. Abbiamo ricevuto 20mila rubli per pedinarle, e ne avremmo avuti molti altri a missione compiuta».
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