Maria Sole è così, come la vedi è. Semplice, diretta, pratica, con voglia di fare e mettersi in gioco. Le piacciono i confronti e incontrare le persone "perché bisogna conoscersi per capire tutte le realtà con annessi problemi". Il suo è un cognome importante, ma lo porta con fierezza, naturalezza e senza ostentazioni. Maria Sole, infatti, appartiene alla antica famiglia nobile dei Brivio Sforza. "Non nego che il cognome possa aprirti diverse porte, ma quando si aprono devi dimostrare quanto vali", mi racconta. E lei ha provato a farlo durante questa campagna elettorale: Maria Sole è alla guida (insieme ad Antonio Genovese) della lista civica del candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo per le elezioni che si terranno a Milano il 3 e 4 ottobre.
Avvocato, filantropa, presidente della Fondazione andrologia pediatrica e dell'adolescenza e della Fondazione G. e D. De Marchi Onlus, Maria Sole non si tira mai indietro. La contatto per un'intervista, accetta. "Ma vorrei farla vis à vis - mi dice - perché è più bello parlarsi di persona. Venti minuti e arrivo". Scendo dalla redazione e andiamo a prendere un caffè, subito rompiamo il ghiaccio parlando di un fatto che ci accomuna: entrambe abbiamo adottato due cagnolini che erano stati abbandonati. "Anche io ne ho due - mi racconta - uno è stato lasciato in mezzo alla strada ed è cardiopatico, l'altra è stata lanciata da un balcone di una casa. Ho letto la sua storia, ho visto la sua foto e l'ho presa con me. Ora vorrei prenderne uno un po' vecchiotto perché quelli di solito restano in canile. Nessuno li vuole", mi spiega dandomi anche qualche consiglio. Con totale naturalezza si fa conoscere, si racconta e presenta la sua Milano "nuova".
Maria Sole, lei ha un cognome importante. Sente su di sé delle responsabilità?
"Da un lato è positivo perché ti apre delle porte, anche se devi comunque dimostrare di avere capacità. Dall'altro devi lavorare il doppio perché non si campa di rendita. Te la devi giocare, puntando sui tuoi meriti nei vari campi".
Ho letto che all'università non si era iscritta con il suo cognome completo, ma solo con Brivio. Come mai?
"Sì, è vero (ride, ndr). Non volevo avere delle facilitazioni. Dovevo raggiungere la laurea perché me la meritavo non per la mia storia".
Oggi chi è Maria Sole?
"Sono un avvocato, amo la meritocrazia, ho un figlio di 9 anni, sono sposata con Massimiliano e ho due cagnolini. Amo l'arte, il teatro e ho una mia compagnia di artisti. Ho a cuore i progetti della Fondazione andrologia pediatrica e dell'adolescenza di Milano, della Fondazione G. e D. De Marchi Onlus e aiuto la Croce Rossa portando il cibo a chi ne ha più bisogno. Della prima sono presidente, della seconda ambasciatrice. Mi piace aiutare gli altri e ora vorrei spendermi per la città di Milano con Luca (Bernardo, ndr)".
Come è arrivata a essere capolista?
"Ho conosciuto Luca (Bernardo, ndr) a luglio. Ma già da tempo avevo stretto un rapporto con il dottor Mario Mancini della Fondazione andrologia pediatrica e dell'adolescenza e con Riccardo Bertollini, direttore Relazioni Istituzionali della Fondazione. E proprio Riccardo mi ha presentato il candidato sindaco. Parlandoci e confrontandoci sui temi, mi è piaciuto come persona. Poi lui ha deciso di mettermi come capolista. Io sono stata molto onorata, ma avrei accettato qualsiasi altro numero/incarico. Io ce la sto mettendo tutta".
Milano è composta da diverse realtà. Come è stato vedere anche le parti più "remote" del capoluogo lombardo?
"Ti mette di fronte alle mille sfaccettature della città. Anche se devo ammettere che già nel centro ci sono situazioni davvero drammatiche. Basta osservare. In periferia, nei mercati ci hanno raccontato le loro storie, problemi e difficoltà. Si sentono abbandonati e chiedono aiuto".
Cosa vorrebbe offrire a una "nuova" Milano?
"Luca (Bernardo, ndr) è molto moderato e davvero ha a cuore gli interessi di tutti. Faccio una battuta per capirci meglio: abbiamo un candidato sindaco di centrodestra che è più di sinistra del sindaco di sinistra (ride, ndr). Insieme abbiamo parlato sia dell'importanza della cultura sia delle periferie. Nel programma c'è la riqualificazione delle periferie, dare fondi ai privati per le ristrutturazione, aiutare i teatri che hanno chiuso. Sono in tantissimi a essere in difficoltà. I cittadini, poi, ci chiedono più sicurezza: dalla minaccia degli spacciatori alla mancata integrazione degli stranieri. Il problema della sicurezza è cruciale perché non se ne lamentano solo gli italiani ma anche gli stessi stranieri. Tutta questa insicurezza fa venir meno anche l'integrazione. Manca pure una linea diretta fra cittadini e comune. Serve più dialogo e aiuto tempestivo per quel che compete le istituzioni che al momento se ne fregano o arrivano tardi. Abbiamo bisogno dei punti di ascolto per aiutare sul campo le persone. Bisogna anche investire nel digitale, tutto l'impianto di vaccini e Green pass ha dimostrato che funziona. Ai cittadini serve praticità".
Qualcuno potrebbe storcere il naso perché dà tutta questa importanza al teatro, quando - effettivamente - Milano ha tanti altri problemi...
"Milano ha tanti problemi da risolvere, è vero. Infatti nel nostro programma proviamo a dare una soluzione. Ma la cultura non deve passare in secondo piano perché fa parte dell'istruzione. Vorrei portare cultura, teatro e arte in tutta la città perché hanno tanto da insegnare. È terapeutico e può aiutare i giovani in difficoltà. Nelle periferie si potrebbero aprire dei corsi gratuiti dove attraverso la cultura passano 'lezioni di vita' e istruzione. Sono anche punti di aggregazione e scambio di idee. È un modo per non abbandonare le periferie".
E della amministrazione Sala cosa ne pensa?
"Ha dimostrato tutti i suoi limiti e nella campagna elettorale ha sempre rifiutato il confronto. È evidente che non gli conveniva confrontarsi con gli avvversari politici, lui doveva solo cercare di non perdere consensi. Ha evitato qualsiasi passo falso, appena ha parlato... si è fatto un autogol con il voto disgiunto. Ora serve un cambiamento".
Prima di salutarmi con il sorriso sulle labbra, Maria Sole ci tiene a spendere due parole sulle due fondazioni. "Quella di cui sono presidente per me è importantissima e il dottor Mancini mi ha illustrato il suo progetto - continua -. Un uomo su tre ha problemi ai genitali fin da piccolino e non lo sa. I pediatri non hanno gli strumenti per scovare queste problematiche se non sono così evidenti. Cosa succede? Molto spesso i ragazzi arrivano a vent'anni con problemi (possono essere sterili, ad esempio) e non si può più porre rimedio. Se invece il problema viene identificato prima si può curare: serve diffondere la cultura su questi temi. La Fondazione raccoglie fondi per mandare i medici nelle scuole per assistere i giovani e ora sta sviluppando anche tutto un progetto sull'alimentazione (Dottor ped chef) perché molte volte i due disturbi sono collegati. E in tutto questo non bisogna tralasciare il problema psicologico. Per quanto riguarda la fondazione G. e D.
De Marchi Onlus, invece, lottano contro l'emopatia e tumori dell'infanzia. Hanno un sacco di progetti, formano i medici, danno i contributi ai genitori che non riescono a lavorano. Insomma, agiscono sul campo. Ci vuole così poco a far del bene. A me piacerebbe farlo ai milanesi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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