Marino è indagato per peculato: lo ha tenuto nascosto alla Giunta

Si riapre il fronte delle note spese. E si scopre che il sindaco è iscritto nel registro degli indagati. Ma l'aspetto più grave è che Marino lo sa almeno da mercoledì e lo ha tenuto nascosto

Marino è indagato per peculato: lo ha tenuto nascosto alla Giunta

Ignazio Marino vuole andare avanti. Ammette gli errori fatti ma rivendica con orgoglio anche i risultati raggiunti, dal "risanamento dei debiti miliardari nel Comune e nelle aziende municipalizzate" al "ripristino della legalità". E, proprio attraverso la lettera con cui ritira le sue dimissioni, fa appello alla sua maggioranza. Chiede di non "eludere il dibattito pubblico, con un confronto chiaro per spiegare alla città cosa sta accadendo e come vorremo andare avanti". L’atteso confronto nell’Aula consiliare. Ma, mentre si barrica in Campidoglio, tiene ancora nascosto un particolare non indifferente: è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma per peculato e concorso in falso in atto pubblico nell'inchiesta sui giustificativi delle note spese saldate con la carta di credito del Comune.

Il ritiro delle dimissioni, annunciate ormai da giorni, diventa ufficiale in serata quando il documento viene protocollato in Campidoglio. "Sono stato eletto con il voto favorevole del 64 per cento delle romane e dei romani - si difende il marziano - con un programma che ha fermato il consociativismo, ha fortemente voluto il risanamento dei debiti miliardari nel Comune e nelle aziende municipalizzate". Eppure Marino non è così sincero. Dalla procura di Roma è, infatti, trapelato che il primo cittadino sarebbe stato effettivamente indagato per peculato per la vicenda dei giustificativi delle spese pagate con la carta di credito del Campidoglio. Secondo Repubblica Marino sarebbe al corrente della sua iscrizione nel registro degli indagati almeno da mercoledì scorso, quando gli è stato notificato un avviso di garanzia, ma ha continuato a tacere la notizia alla sua Giunta fino a ieri sera. Marino si era spontaneamente presentato di fronte al procuratore aggiunto Francesco Caporale e al sostituto Roberto Felici il 19 ottobre e aveva spiegato ai magistrati che le firme in calce ad almeno 7 giustificativi sono false, sottolineando che si trattava di una prassi delle sue segreterie. Per questo i pm lo accusano di falso materiale e ideologico, reato procedibile di ufficio.

"La notizia è esatta - ha confermato il difensore di Marino, l’avvocato Enzo Musco - Marino ha ricevuto un avviso di garanzia ma so che lo avrebbe voluto dire in giunta, pubblicamente, come si fa in tutte le democrazie".

Stando a quanto riferito ieri dallo stesso difensore, Marino è poi sotto inchiesta per truffa in relazione alla onlus "Imagine", fondata dal chirurgo dem nel 2005, per presunte irregolarità legate a dei contratti di collaborazione. "La comunicazione delle indagini è un atto dovuto per svolgere le indagini - si limita a commentare Marino - io sono convinto di aver spiegato bene le mie ragioni e la mia trasparenza".

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