In Lombardia l'obbligo di mascherine anche all'aperto è prolungato fino al 30 giugno. In Toscana il governatore Enrico Rossi ritiene che sia «un errore» eliminare l'obbligo di coprirsi naso e bocca. A Genova sarà obbligatorio portarla con sé, ma da indossare solo se si sta a meno di due metri di distanza da qualcuno. In Veneto il governatore Zaia è convinto che «se il virus circola adesso così poco vuol dire che qualcosa è accaduto».
I governatori sono prudenti. I dispositivi di protezione «hanno evitato 78mila contagi», ricorda il presidente lombardo Attilio Fontana sulla base di uno studio dell'Università della California, e per questo l'obbligo di indossarla anche nei luoghi pubblici viene esteso al 30 giugno. Il governatore della Toscana Enrico Rossi critica la fretta «con cui alcune Regioni dichiarano finito, a breve, l'obbligo delle mascherine. Mi sembra un errore che mette a rischio la salute dei cittadini. So bene che l'uso all'aperto in presenza di assembramenti, quando non è possibile stare distanti due metri, è noioso e con il caldo persino faticoso per la respirazione, ma sarebbe un errore smettere ora di portare questo dispositivo di prevenzione». E Zaia ricorda che «questo virus è strano nei suoi comportamenti: per questo è d'obbligo rispettare le regole minime, come l'uso della mascherina secondo le norme», ovvero quando non si possa mantenere la distanza di due metri e in caso di assembramenti, anche all'aperto.
Anche gli esperti però sono divisi sull'utilità mascherina all'aperto: «Dipende da dove e con chi siamo: se camminiamo da soli al parco è anche possibile stare senza, se siamo in una zona affollata no - spiega Roberto Cauda, docente di Malattie infettive all'Università Cattolica del Sacro Cuore - sono convinto che l'uso sia più efficace se più diffuso. Infine, pensiamo che potremmo avere accanto un asintomatico: non abbiamo modo di riconoscerlo». Il rischio di contagiarsi all'aperto «è inferiore, ma non è pari a zero», avverte Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano. Giorgio Palù, professore emerito di Microbiologia dell'università di Padova precisa che «se esposto a essiccamento dell'aria, al caldo, ai raggi ultravioletti, il virus sopravvive pochi minuti. Se non c'è assembramento, da solo non ho il minimo rischio di infettarmi all'aperto, quindi la mascherina posso non portarla». Parere analogo quello del virologo Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta: «Al momento non ci sono studi controllati che indichino che l'uso universale delle mascherine, fuori da ospedali, Rsa, ambienti a rischio, riduca la diffusione di questo virus tra la popolazione». «Sono sicuro che sia possibile essere infettati anche all'aperto, anche se la probabilità è notevolmente inferiore rispetto a uno spazio chiuso», dice Bruce Beutler, immunologo e genetista americano, premio Nobel per la Medicina 2011.
Per Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione del San Raffaele di Milano, «va ricordato che ci si può contagiare ovunque. Una mano maldestra fa più danni di una mascherina mancata. Rispetto del prossimo, rispetto delle regole e soprattutto buonsenso. Facciamolo ancora per un po' e ne usciamo tutti per sempre».
Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità «i governi dovrebbero incoraggiare il grande pubblico a indossare mascherine laddove vi sia una trasmissione diffusa e il distanziamento fisico sia difficile, ad esempio sui trasporti pubblici, nei negozi o in altri ambienti confinati o affollati».
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