Mattarella contro Trump e Musk. E paragona Mosca al Terzo Reich

Il presidente attacca i "nuovi corsari" del cyberspazio: "Attenti agli usurpatori di democrazia". L'affondo contro l'aggressione all'Ucraina

Mattarella contro Trump e Musk. E paragona Mosca al Terzo Reich
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La nuova presidenza Trump ha riportato in auge la politica dei dazi. È il tema del momento e tutti ne parlano. L'altra faccia dei dazi, però, è il protezionismo, come ammonisce Sergio Mattarella nella sua lectio magistralis all'università Aix-Marseille di Marsiglia dove ieri, nel corso di una cerimonia, è stato insignito della laura honoris causa.

E il punto centrale del suo intervento è tutto nel cogliere analogie tra la crisi del '29 e la situazione attuale. Quel terremoto finanziario, ricorda Mattarella, «scosse le basi dell'economia globale e alimentò una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze. Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali». Da lì al clima di conflitto che ha fatto da incubatrice della seconda guerra mondiale, per il presidente della Repubblica, il passo è stato breve. «Anziché cooperazione - ricorda Mattarella -, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura».

A sostegno della sua ricostruzione il Capo dello Stato ricorda l'allarme lanciato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, quando nell'ultimo Wordl Economico Forum di Davos ha ricordato che nel 2024 le barriere commerciali globali sono triplicate in valore. «Crisi economica, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali, forzatura delle regole liberamente concordate - spiega Mattarella -, diedero un colpo definitivo alla Società delle Nazioni sorta dopo la Prima guerra mondiale, già compromessa dalla mancata adesione degli Stati Uniti che, con il presidente Wilson, ne erano stati fra gli ispiratori. Si trattò, per gli Usa, del cedimento alla tentazione dell'isolazionismo. Ma il lavoro della Società non fu comunque vano se pensiamo che ad essa dobbiamo, ad esempio, il Trattato contro il commercio di schiavi e la schiavitù, e siamo nel 1926».

«Regole e strumenti ci sarebbero per affrontare questa fase e allora perché - si chiede - il sistema multilaterale sembra non riuscirci, con il rischio del ripetersi di quanto accaduto negli anni Trenta del secolo scorso: sfiducia nella democrazia, riemergere di unilateralismo e nazionalismi? Oggi come allora si allarga il campo di quanti, ritenendo superflue per i propri interessi le organizzazioni internazionali, pensano di abbandonarle. Interessi di chi? Dei cittadini? Dei popoli del mondo? Non risulta che sia così. Le conseguenze di queste scelte, la storia ci insegna, sono purtroppo già scritte».

Nel corso della lectio, Mattarella, offre un veloce ma puntuale affresco del quadro internazionale dell'inizio del XXI. All'inizio, ricorda, «ci si è progressivamente trovati di fronte a una situazione fluida, nella quale a prevalere erano i rischi e il sentimento di incertezza e imprevedibilità». Mattarella parla di ritorno in auge del concetto di «sfere di influenza» che già fu «all'origine dei mali del ventesimo secolo» e che la sua generazione ha combattuto.

Sfere di influenza che hanno il volto e il potere economico dei grandi dominatori del cyberspazio e dallo spazio extra-atmosferico, che agiscono, dice il presidente Mattarella, come «novelli corsari» e «usurpatori» delle sovranità

democratiche e che vedono le organizzazioni internazionali come un nemico, perché di ostacolo ai propri interessi. Il riferimento, neanche troppo velato, è agli «oligarchi» della tecnologia, di cui Elon Musk è il più conosciuto.

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