Il sospetto che Matteo Renzi nei suoi discorsi buttasse lì parole a caso, magari in inglese, ora è una certezza. Il ragazzo di Rignano sull'Arno deve aver orecchiato l'espressione fiscal compact, come un ritornello, come una preoccupazione, come un tafano fastidioso.
Così, chiudendo i lavori della direzione Pd, ha detto: «Ora va posto il veto al fiscal compact nei trattati». Ma esattamente cosa voleva dire? Il fiscal compact è appunto un patto di bilancio europeo. Non è un animale mitologico. Non è il sarchiapone di Walter Chiari. Il fiscal compact è un trattato.
È stato firmato il 2 maggio 2012 da 25 Stati europei su 28. All'articolo 3, per esempio, sancisce l'obbligo di pareggio di bilancio. E non si mettono veti sui trattati: si rispettano o si cambiano. Ma Renzi parla per sentito dire.
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