Maxisconti e concordato, ecco il nuovo condono

Misure «una tantum» ma anche permanenti nella «pace fiscale» che dovrebbe fruttare 5 miliardi

Roma. La pace fiscale (chiamarlo «condono» non si può e anche il premier Conte, che si era sbagliato, è stato costretto alla precisazione) ancora è un magma informe, ma ci sono già alcune linee guida portate avanti dal trio economico della Lega costituita dai sottosegretari Garavaglia, Bitonci e Siri. Il provvedimento che dovrebbe consentire un miglioramento del rapporto fra Fisco e contribuenti avrà una parte straordinaria e una strutturale.

La parte una tantum è quella che presenta maggiori incertezze in quanto finora sono emerse le indiscrezioni più varie generando, ogni volta, il malcontento dei legulei pentastellati. In particolare, la previsione è quella di un'aliquota fissa applicata alle somme oggetto di contestazione. La novità è che, a fronte della precedente ripartizione (6, 10 e 25 per cento), adesso si starebbe pensando anche a uno sconto unico del 10% per tutti gli atti dell'amministrazione, dagli avvisi al contenzioso in Cassazione. Insomma, un maxiforfait molto basso. Nella parte una tantum dovrebbe essere compresa anche una terza edizione della voluntary disclosure comprensiva anche di sanzioni e interessi. E si va delineando anche una pace fiscale sulle cassette di sicurezza e sul contante finora non regolarizzato. Anche in questo caso gli sconti dovrebbero essere molto «pesanti» considerato che la seconda versione, uno degli ultimi atti del governo Renzi, fu un mezzo flop.

La parte strutturale, invece, sarà sostanzialmente permanente e mette mano all'istituto «tremontiano» dell'accertamento con adesione. La volontà è quella di ampliare la possibilità di dialogo tra Agenzia delle entrate e contribuenti accordandosi preventivamente sulle contestazioni ed evitando il contenzioso. In Francia e Germania questa misura ha dato buoni risultati in termini di gettito.

I due bracci della pace fiscale dovrebbero consentire di recuperare risorse per la manovra di bilancio coprendo almeno la metà - se non oltre - dei 10 miliardi riservati da Lega e M5s per portare avanti propri capisaldi (riforma fiscale e reddito di cittadinanza). In questo modo l'incidenza sul deficit sarebbe molto contenuta e si potrebbero varare anche provvedimenti spot come segno di buona volontà.

Uno di questi, ha annunciato il sottosegretario Bitonci al Messaggero, sarebbe l'eliminazione parziale delle accise sulla benzina, limitatamente a quelle più vecchie (impossibile ora restituire i 25 miliardi di gettito). Si tratterebbe di una prima realizzazione della promessa di Matteo Salvini in campagna elettorale, un modo come un altro per marcare il territorio.

GDeF

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