Cristiano per modo di dire? Vade retro. Meglio ateo. Papa Francesco colpisce ancora e, alla prima udienza dell'anno, mette in guardia dalle ipocrisie dei credenti sulla carta, invitando poi a pregare Dio senza fare il pappagallo che ripete le preghiere a memoria. «Ci sono tante persone che vanno in chiesa - ha esordito Bergoglio rivolgendosi ai fedeli - che stanno lì tutti i giorni e poi vivono odiando il prossimo, parlando male della gente regolarmente. Un cristiano non dovrebbe vivere così. Sono uno scandalo. Piuttosto, è meglio vivere come atei anziché dare una contro-testimonianza dell'essere cristiani».
Il Papa entra nel merito dell'essere cristiano: «Il cristiano non è uno che si impegna ad essere più buono degli altri, sa bene di essere peccatore come tutti. Il cristiano, semplicemente, è l'uomo che sosta davanti alla rivelazione di un Dio che chiede ai suoi figli di invocarlo con il nome di Padre, di lasciarsi rinnovare dalla sua potenza e di riflettere un raggio della sua bontà per questo mondo così assetato di bene, così in attesa di belle notizie.
Cosa che, invece, non succede regolarmente oggigiorno. «C'è gente - continua Francesco - capace di tessere preghiere atee, senza Dio, lo fanno per essere ammirati. La preghiera cristiana, invece, non ha altro testimone credibile che la propria coscienza. Ecco, i sacri testi non sono letture senza conseguenze. Dove c'è Vangelo c'è rivoluzione. Il Vangelo non lascia quieti, ci spinge, è rivoluzionario».
In particolare, per Bergoglio, il Vangelo di Matteo pone il testo del Padre nostro in un punto strategico, al centro del discorso della montagna. «Beati i poveri - conclude il Pontefice - i miti, i misericordiosi, le persone umili di cuore. Se non è rivoluzione questa, che cos'è?».
LO SCETTICO
Francesco ha ragione: la coerenza costa fatica
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