Anche nel giorno del voto non mancano gli attacchi diretti nei confronti di Giorgia Meloni, costantemente accomunata al fascismo. Stamani è lo scrittore Emanuele Trevi, intellettuale rigorosamente di sinistra, a lanciare l'ennesimo strale dalle pagine de La Stampa, quotidiano al quale ha concesso un'intervista.
Dopo le dichiarazioni scioccanti di Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita che, in piena trasmissione, è arrivato addirittura a domandarsi come la leader di Fratelli d'Italia, nelle vesti di premier, potrebbe impiegare le forze dell'ordine (lanciando di fatto un allarme democrazia) ecco arrivare lo scrittore di sinistra.
“Meloni può redimersi quanto vuole, avrà sempre un camerata da accontentare” tuona Trevi dalle pagine del giornale torinese. E la pugnalata è servita.
"In grande, potrebbe ripercorrere la parabola di Gianni Alemanno" passa poi a spiegare lo scrittore. "Il problema di entrambi sono i vecchi amici: per quanto ti redimi, verranno sempre a batterti una mano sulla spalla. E lei avrà sempre qualche fascista da accontentare, ma siccome sarà vincolata al Pnrr, le uniche cose che potrà fare per tenerli contenti, saranno di tipo simbolico: dalla censura di Peppa Pig al blocco navale. In questo modo, terrà compatta la destra intorno al puerile entusiasmo della vittoria. Poiché le cose serie le fa Bruxelles, a loro non resta che l'azione da Armata Brancaleone" aggiunge.
Emanuele Trevi passa poi a dare qualche consiglio di lettura a Giorgia Meloni. "Io direi Cristina Campo. Julius Evola. I simboli della scienza sacra di Guénon, così magari dà sostanza a tutto quello di cui parla per sentito dire - e in cui si ritrova parte del suo elettorato - sul conservatorismo, gli hobbit, le rune" dice con malcelata ironia.
A salvarsi, però, non è neanche
il leader del Partito democratico Enrico Letta: "Gli consiglierei La macchia umana di Philip Roth, perché la sinistra si pensa ancora moralmente superiorità, ma la superiorità morale non esiste".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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