Chiede che venga fatta chiarezza e che, soprattutto, ci sia giustizia, in tempi stretti, per i fatti di Bibbiano. Giorgia Meloni è impegnata nella campagna elettorale in Emilia Romagna e nelle sue tappe non poteva mancare un luogo finito sotto i riflettori da tempo. In una diretta sui social network ha spiegato i motivi della sua presenza. “Una civiltà che si gira dall’altra parte di fronte all’eventualità che alcune famiglie siano state private ingiustamente dei propri bambini, perché su quei bambini qualcuno ci potesse guadagnare, non è una civiltà degna di questo nome”, ha detto su Facebook.
Per la Meloni le persone che si sono rese responsabili di fatti così raccapriccianti la devono pagare. La leader di Fratelli d’Italia ha specificato la posizione del suo partito. “Non penso assolutamente – ha dichiarato Meloni – che ad essere indagato è un sindaco del Pd, ciò voglia dire che tutti i Democratici siano responsabili”. L’esponente di destra imputa al partito di Nicola Zingaretti l’atteggiamento che ha tenuto rispetto all’intera vicenda. “È intollerabile – ha spiegato – che abbiano sempre espresso solidarietà a un primo cittadino sotto inchiesta per una vicenda così grave”. Alla Melone non va giù quella che ritiene essere una decisione imperdonabile della sinistra in Parlamento: il no all’istituzione di un fondo per risarcire le famiglie che, a seguito di sentenze, risultassero danneggiate.
Fratelli d’Italia lo aveva proposto come emendamento alla Finanziaria, perché “se le istituzioni hanno sbagliato lo Stato deve in qualche modo dire scusarsi”. In particolare per l’esponente di centrodestra è il Pd che deve chiedere scusa alle famiglie coinvolte, per alcune delle quali FdI ha garantito una candidatura alle elezioni regionali per dare diritto di cittadinanza alle vittime e metterle in condizione di combattere in prima persona.
Ben 107 capi imputazione e 25 persone indagate, sono i numeri del cosiddetto caso Bibbiano vale a dire l’inchiesta ‘Angeli e Demoni' sugli affidi illeciti in Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia.
In tutto i carabinieri di Reggio Emilia, a cui sono affidati gli accertamenti investigativi sul caso Bibbiano hanno notificato 26 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di altrettante persone coinvolte nella vicenda, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio. Tra i destinatari degli avvisi c’è il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, che infatti risultava ancora indagato nonostante la decisione di scarcerazione e poi della revoca di ogni misura cautelare nei suoi confronti.
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