Meloni e Salvini ritrovano l'unità sulla leadership e sul programma

Nuovo summit subito dopo Ferragosto. Il leader della Lega: "Lista dei ministri dopo il voto. Flat tax al 15% per i lavoratori dipendenti". La leader Fdi: "Con più voti sarò io il premier"

Meloni e Salvini ritrovano l'unità sulla leadership e sul programma

Lo schema di gioco del centrodestra, settimana dopo settimana, continua a prendere forma, sia pure con qualche correzione di rotta in corso d'opera. Se il cammino di avvicinamento del centrosinistra verso il voto è costellato da cadute, inciampi e ripensamenti, il percorso della coalizione composta da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia è certamente più lineare. Con due punti cardine ormai acquisiti dopo un confronto interno non privo di qualche spina: sarà il partito che prenderà più voti a esprimere il premier mentre i ministri, come da prassi, verranno indicati dopo le elezioni. Sono Giorgia Meloni e Matteo Salvini a sciogliere gli ultimi nodi e a mettere in chiaro intenzioni e procedure.

«Se gli italiani scelgono il centrodestra, e nel centrodestra danno un consenso in più alla Lega, sono pronto a prendermi l'onore e l'onere di prendere per mano questo Paese. Quindi non ci sono ministri adesso, premier adesso, sottosegretari adesso. Aspettiamo il 25 settembre» dice il leader della Lega a margine della visita al Canile sanitario di Milano. «Poi ovviamente per me Giorgia e Silvio sono due amici, oltre che due alleati, e quindi tutti potranno fare tutto, tutti sono all'altezza di fare tutto».

Giorgia Meloni, invece, senza infingimenti a sua volta si dice pronta a fare la premier se Fratelli d'Italia otterrà più consensi all'interno della coalizione di centrodestra. «Le regole si conoscono» dice parlando a Rtl. «Il nome sono io, perché non dovrebbe esserlo? La cosa che non capisco è: perché la Meloni no? Io penso che chi vota Fratelli d'Italia voti in quest'ottica». La presidente di FdI entra poi in merito al dibattito nel centrodestra su immigrazione e blocco navale: «Io ho votato i decreti sicurezza. Il punto è che quando le navi partono e si trovano in mezzo al mare si crea un problema che è quello che qualche magistrato ha utilizzato per mandare l'ex ministro Salvini a processo. Continuo a ritenere che la soluzione migliore sia bloccare le partenze, non gli arrivi. Su questo tema del blocco navale in tanti continuano a ripetere cose sentite da altri. A me indispettisce quando la gente non studia. Si dice che il blocco navale non si può fare perché è un atto di guerra. Da cinque anni cerco di spiegare che la proposta è un'iniziativa europea in accordo con le autorità libiche».

La leader di Fdi commenta poi le parole di Silvio Berlusconi, che ha indicato per Forza Italia l'obiettivo minimo del 20%: «Questo mi provoca speranza. Spero che tutti i partiti della coalizione del centrodestra riescano a fare del loro meglio». Infine, a Radio Montecarlo, è Salvini a rilanciare sul fronte fiscale e ad annunciare l'intenzione di estendere la flat tax anche ai dipendenti: «Vogliamo estendere la flat tax al 15% anche ai dipendenti. Ci possiamo riuscire in 5 anni, come per le le partite Iva».

Ci sono, però, altri punti ancora da chiarire, questioni che verranno affrontate in un vertice che potrebbe prendere forma subito dopo Ferragosto. Bisogna ancora limare alcune distanze relative ai punti più sensibili del programma, in particolare la declinazione in concreto dell'autonomia differenziata, ma soprattutto bisogna trovare la quadra sui collegi e sulla distribuzione tra i vari partiti della coalizione di quelli della tonalità «blu», ovvero quelli considerati sicuri o quasi.

Inoltre è necessario trovare la soluzione per assegnare i seggi uninominali alle formazioni centriste, dopo l'accordo tra Coraggio Italia di Luigi Brugnaro e l'Udc di Lorenzo Cesa e quello tra Noi con l'Italia di Maurizio Lupi e Italia al Centro di Giovanni Toti. Una semplificazione parziale del quadro a cui ancora non corrisponde una definizione puntuale della mappa dei collegi.

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