«Non vi preoccupate, una volta eletti i presidenti delle Camere saremo pronti con la squadra di governo». È una giornata particolare quella della deputata Giorgia Meloni. Tailleur nero e camicia bianca, capelli raccolti in una coda, fin dalla mattina presto inizia i suoi incontri e nel palazzo dei gruppi si vede per un veloce faccia a faccia con Silvio Berlusconi. Alle 10 si accende il motore della nuova legislatura. La leader di Fratelli d'Italia è la star dell'aula, al suo ingresso scatta un applauso da parte di tutti i deputati del centrodestra. Dispensa sorrisi, strette di mano, pacche sulle spalle e tanti selfie.
La premier in pectore ostenta serenità, ma è chiaro che la tensione interna al centrodestra si fa sentire. Alcuni deputati di sua fiducia fanno la spola con il Senato per tastare il polso della situazione e avere il quadro della trattativa. Dopo la prima chiama per l'elezione del nuovo presidente della Camera Giorgia Meloni esce dall'aula e fuma una sigaretta sulle scale del cortile interno. Parla con Edmondo Cirielli, le viene passato un accendino, e a chi le chiede notizie sorride: «Sta andando tutto bene, direi. Ma non parlo di squadra di governo».
All'ora di pranzo arriva la fumata bianca da Palazzo Madama. Giorgia Meloni si gode l'elezione di Ignazio La Russa, non senza aver prima definito «molto bello» il discorso di Liliana Segre. «Siamo orgogliosi che i senatori abbiano eletto un patriota, un servitore dello Stato, un uomo innamorato dell'Italia e che ha sempre anteposto l'interesse nazionale a qualunque cosa» commenta l'ex ministra della Gioventù. «Grazie a coloro che, con senso di responsabilità e in un momento nel quale l'Italia chiede risposte immediate, hanno consentito di far eleggere già alla prima votazione la seconda carica dello Stato. Continueremo a procedere spediti». Nel pomeriggio si divide tra l'aula, le trattative e il ruolo di capo del partito. Incontra Matteo Salvini, poi al termine del terzo scrutinio, l'ultimo della giornata, i 118 eletti di Fratelli d'Italia a Montecitorio, quasi tutti con indosso le cravatte e i foulard con la striscia tricolore ricevuti in omaggio dalla leader nei giorni scorsi, vengono convocati negli uffici del gruppo. Insieme si ritrovano in una foto sul terrazzo dell'ufficio. Nel frattempo, dopo l'incontro al Colle con il capo dello Stato Sergio Mattarella, il neo presidente del Senato arriva a Montecitorio per incontrarla.
Con i neo-parlamentari non ci si limita alla convivialità, ma si discute della spaccatura che si è consumata al Senato con Forza Italia. Dai gruppi emerge un forte malumore verso il partito azzurro, c'è chi chiede che non gli venga dato nulla perché quanto accaduto «dimostra che non si rendono conto che l'Italia ha bisogno di risposte urgenti e non di discutere di posti». Giorgia Meloni getta acqua sul fuoco e invita a soffermarsi sul risultato, sull'elezione di La Russa a cui lei è da sempre molto legata. Poi lasciando Montecitorio prima sottolinea che «Giancarlo Giorgetti sarebbe un ottimo ministro dell'Economia», poi a chi chiede se il centrodestra si presenterà diviso alle consultazioni replica: «Ne parleremo nei prossimi giorni». Ma anche: «Io sono una persona responsabile, confido che anche gli altri siano responsabili.
Lo verificheremo». Ora la volontà è quella di chiudere già nella giornata di oggi l'elezione del presidente della Camera, superando gli ultimi scogli, perché - è il suo mantra - «non possiamo permetterci di perdere tempo».
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