Costruire una maggioranza alternativa di centrodestra in Europa, senza venire meno ai principi cardine dei conservatori. Giorgia Meloni ci crede e punta a esportare il modello italiano anche nel parlamento di Strasburgo. Certo bisognerà attendere il verdetto elettorale, misurare il peso parlamentare di ciascuna «famiglia», definire un patto di valori condivisi, ma ostacoli insormontabili per rivedere il perimetro delle alleanze non si profilano all'orizzonte.
«I partiti di centrodestra sono partiti potenzialmente alleabili» dice il presidente del Consiglio intervenendo a Mattino 5. «Voglio provare, cosa non facile ma affascinante, a rifare in Europa quello che fatto in Italia, alleare partiti compatibili tra loro in termini di visione pur con sfumature completamente diverse - perché poi ci sono anche delle differenze come ci sono in Italia - e mandare all'opposizione la sinistra». Un obiettivo che finora era stato adottato come mantra politico-elettorale soprattutto da Matteo Salvini.
«È una sfida difficile, ma è una sfida che secondo me si può arrivare a centrare» dice la premier. L'idea insomma è quella di ragionare sulla creazione di un blocco di due gruppi sinergici, Ppe-Ecr. Da lì si parte per capire cosa mancherà dopo il voto per comporre una maggioranza, con la consapevolezza che una politica di «inclusione» potrebbe anche limitare la radicalizzazione delle destre estreme.
Antonio Tajani la pensa diversamente. Il segretario di Forza Italia non esclude affatto la formazione di una maggioranza di centrodestra in Europa. Pianta però dei paletti precisi, ribadendo che per il Partito Popolare Europeo alcuni principi e valori non sono negoziabili e i confini della potenziale alleanza non si possono estendere a tutto ciò che si trova a destra dello stesso Ppe. «L'azione di Giorgia Meloni come leader dei conservatori è legittima, io lavoro per un'alleanza che sia tra popolari, liberali e conservatori, per me è la soluzione ideale e io sto lavorando per questo. Poi dipende da come voteranno cittadini, io credo che un dialogo forte con i conservatori sia di forte importanza». In merito a un'eventuale alleanza con Marine Le Pen, Tajani non mostra cedimenti. «Il problemi sono i valori - risponde -, per noi l'europeismo è fondamentale» e con i tedeschi «Afd», ad esempio «per noi è impossibile qualsiasi forma di dialogo.
Con Id - aggiunge poi Tajani richiamando Identità e Democrazia, il gruppo di cui fa parte la Lega in Europa - è assolutamente impossibile dialogare, come si fa a dialogare con chi la pensa in maniera opposta alla tua? Noi siamo il Ppe, siamo europeisti, atlantisti, liberali, garantisti. Anche quando vinsi contro la sinistra, Id non votò per noi». La formula cara a Forza Italia e al Ppe dunque è chiara: «La maggioranza ideale è composta da popolari, liberali e conservatori».
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