C'è un filo sottile che tiene insieme il Giappone e l'Emilia Romagna, lungo il quale nella notte si è mossa una Giorgia Meloni che ha deciso di comprimere la sua partecipazione al G7 di Hiroshima per riuscire a essere, già nel pomeriggio di oggi, nelle aree colpite dall'alluvione. Il summit giapponese che riunisce le sette grandi democrazie del mondo è ovviamente centrale. Ed è tutto concentrato su dossier che dal punto di vista geopolitico sono e saranno decisivi nei mesi a venire, dal rapporto politico ed economico con la Cina al sostegno all'Ucraina. Ma quanto sta accadendo in Italia - con gli sfollati dell'alluvione che sono ormai arrivati a quota 36mila - richiede la presenza fisica della presidente del Consiglio. Per portare solidarietà alle vittime, ma anche per dare il via libera in Consiglio dei ministri alle misure a sostegno dei territori colpiti dall'alluvione. Di qui la scelta di Meloni di anticipare il rientro dal summit di Hiroshima, perché - spiega - il «mio lavoro al G7 l'ho fatto» e «non riesco a stare lontana dall'Italia in un momento così complesso». Insomma, aggiunge la premier, «la mia coscienza mi impone di tornare». Ragione per cui Meloni non parteciperà all'ultima giornata del G7 giapponese e già nel pomeriggio di oggi atterrerà a Forlì per poi fare un giro in elicottero delle zone colpite dall'alluvione. A Hiroshima è stata una giornata di incontri bilaterali. Tra gli altri, quello di circa 45 minuti con Emmanuel Macron che, spiega Meloni, «è andato bene come sempre». Anche se la diplomazia italiana dà per scontato che di qui a breve il Darmanin di turno tornerà ad affondare sul governo italiano, perché «ragioni di politica interna francese» impongono a Renaissance di giocare in attacco per cercare di arginare la crescita di consensi di Marine Le Pen. Un punto su cui Palazzo Chigi preferisce non aprire scontri, tanto che Meloni dice che è già in agenda una visita all'Eliseo «prima dell'estate» (ed entro fine giugno andrà anche a Washington, alla Casa Bianca). A Hiroshima si è parlato anche di Tunisia, una vera e propria bomba a orologeria sul fronte migranti. Serve «pragmatismo», spiega Meloni. Non certo la rigidità mostrata dal Fondo monetario internazionale che non ha ancora sbloccato il prestito da quasi due miliardi di dollari. Ma dopo il colloquio con Kristalina Georgiva, direttrice del Fmi, e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, Meloni si dice «ottimista» che la trattativa possa andare a buon fine. Infine, nella conferenza stampa che la premier tiene quando in Giappone è ormai mezzanotte, Meloni polemizza con Justin Trudeau, vittima di «fake news» sul tema dei diritti Lgbt, e smentisce «pressioni» da parte dei partner del G7 sulla questione della via della Seta. Nessuna decisione, dice, ma una «valutazione in corso con gli alleati». Così, anche sull'addestramento dei piloti ucraini per gli F16 all'interno della «Jet coalition», tema di cui la premier ha lungamente parlato con Volodymyr Zelensky poco prima di ripartire per l'Italia.
Come per l'addio alla via della Seta, anche per il via libera all'addestramento nelle basi italiane dei piloti ucraini, la decisione - pur se non ancora formalizzata - à già stata presa. E il prossimo G7, dice Meloni, si terrà «a giugno 2024 sotto la presidenza italiana». Quindi in Italia. «In Puglia», annuncia la premier. Molto probabilmente a Lecce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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