Dal podio dell'Assemblea Generale Onu Giorgia Meloni fa sentire la voce dell'Italia sulle sfide «dell'epoca molto complessa che viviamo», e che ci impone di «ragionare in un modo completamente nuovo», «fuori dagli schemi che abbiamo conosciuto nel passato». Così, se rinnova senza riserve il sostegno all'Ucraina (ieri aveva in programma di intervenire in video collegamento all'evento organizzato da Joe Biden per la ripresa e la ricostruzione), allo stesso tempo bacchetta Israele e auspica una nuova leadership palestinese. Nel suo intervento, il presidente del Consiglio delinea i pilastri della sua politica estera, partendo dall'invasione russa: «La ferita inferta al sistema internazionale fondato sulle regole sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma, e come un domino sta contribuendo a riaccendere, o far detonare, altri focolai di crisi», sottolinea, ribadendo che «non possiamo voltarci dall'altra parte di fronte al diritto dell'Ucraina a difendere le sue frontiere, la sua sovranità, la sua libertà».
Ma a colpire di più, forse, è il passaggio su Israele, finito sul banco degli imputati nel primo giorno dei leader mondiali al Palazzo di Vetro non solo per Gaza, ma anche per l'escalation in Libano. Come «affermiamo il diritto dello stato di Israele di difendersi da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso, allo stesso tempo gli chiediamo di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch'essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttive», dice Meloni. «Seguendo lo stesso ragionamento sosteniamo, ovviamente, anche il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio stato, ma affinché questo possa vedere presto la luce è necessario che lo affidi a una leadership ispirata al dialogo, alla stabilizzazione del Medio Oriente e all'autonomia», prosegue, citando gli Accordi di Abramo come esempio di «convivenza e cooperazione vantaggiosa sulla base del mutuo riconoscimento». «Se questa è la prospettiva sulla quale tutti dobbiamo lavorare, e lo è, oggi l'imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l'immediato rilascio degli ostaggi israeliani - avverte - Non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell'Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambini».
Parlando del Venezuela, invece, invita la comunità internazionale ad «alzare la voce». Meloni insiste anche su un tema a lei caro, ricordando come proprio un anno fa dallo stesso podio dall'Onu propose «di dichiarare una guerra globale ai trafficanti di esseri umani». «Sono felice - osserva - che quell'appello non sia caduto nel vuoto, e che in primis a livello G7 si sia trovata l'intesa per dare vita ad un coordinamento internazionale per smantellare queste reti criminali. Ma bisogna fare di più. Le Nazioni Unite devono fare di più, perché queste organizzazioni criminali stanno riproponendo, sotto altre forme, una schiavitù che questa Assemblea, in altri tempi, ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente». Sull'intelligenza artificiale sostiene che serve definire «una governance globale», e la riforma del Consiglio di Sicurezza «non può prescindere dai principi di eguaglianza, democraticità e rappresentatività». Il premier rivendica, quanto a cambi di passo, la «svolta che l'Italia ha impresso ai propri rapporti con l'Africa» attraverso il Piano Mattei, portato avanti «senza mai smettere di coinvolgere e confrontarci con i nostri interlocutori. Perché il nostro intento non è imporre, ma condividere». «Il destino ci sfida, ma in fondo lo fa per metterci alla prova. Nella tempesta, possiamo dimostrare di essere all'altezza del compito che la storia ci ha dato», conclude citando il patriota Carlo Pisacane.
Parlando con i giornalisti, invece, torna sul tema delle presidenziali Usa: «Non sono una sostenitrice nell'ingerenza straniera nelle questioni interne delle nazioni sovrane. Mi pare che il tentativo di schierare l'Italia nella campagna americana sia soprattutto un tentativo italiano, e non mi sembra particolarmente intelligente».
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