Meloni oggi a Parigi. I "volenterosi" d'accordo su truppe sotto l'ombrello Onu

Domani il summit dell'Eliseo. Sullo sfondo il riarmo Ue e i timori di Palazzo Chigi sull'autarchia europea in tema di Difesa. Macron: bene l'Italia sempre agli incontri

Meloni oggi a Parigi. I "volenterosi" d'accordo su truppe sotto l'ombrello Onu
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Giorgia Meloni volerà a Parigi in serata, per prendere parte domani mattina all'Eliseo al vertice della cosiddetta coalizione dei volenterosi che sono pronti a costituire una forza di interposizione militare che garantisca e monitori un'eventuale cessate il fuoco tra Ucraina e Russia. Un summit a cui parteciperanno i leader di 31 Paesi (dall'Ue al Commonwealth fino all'Asia) e che segue il meeting a livello di capi di Stato maggiore che si è tenuto la scorsa settimana a Londra, dove il confronto è stato più operativo e si è ipotizzata una Multinational Force Ukraine di circa 20mila uomini da schierare secondo quattro livelli di interposizione.

Un appuntamento, quello convocato da Emmanuel Macron, che è solo l'ultimo di una lunga serie, ma che con il procedere dei colloqui di Riad potrebbe diventare piuttosto stringente. Tanto che ieri Volodymyr Zelensky (atteso già stasera all'Eliseo per una cena con il presidente francese) ha fatto sapere che al vertice in programma a Parigi si dovrà «capire chi è pronto» a fornire forze per garantire un cessate il fuoco. Che è il primo dei quattro punti sul tavolo del vertice insieme al cessate il fuoco completo (già accettato dall'Ucraina ma non dalla Russia), al tipo di aiuti da fornire a Kiev e alla loro durata.

L'Italia, che ha inizialmente criticato l'accelerazione anglo-tedesca, ha sempre ribadito una sua disponibilità di massima a partecipare a una missione che sia sotto l'ombrello dell'Onu, circostanza che ormai non pare in discussione. Ed è anche di questo che discuteranno oggi Meloni, il vicepremier Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto in un vertice a cui potrebbe unirsi anche l'altro vicepremier Matteo Salvini (il più restio sul fronte di un eventuale impegno di militari italiani) e che precederà la partenza della premier per la Francia. Il governo italiano, infatti, intende ribadire il suo totale sostegno al processo di pace purché non ci avventuri in iniziative unilaterali che, peraltro, la Russia sarebbe la prima a non accettare. Una posizione che, pur sottolineando forse maliziosamente le divisioni interne alla maggioranza, le riconosce anche l'Eliseo. «In Italia - fanno sapere da Parigi durante il briefing in vista del vertice di domani - c'è un dibattito molto intenso sull'invio di soldati sul suolo ucraino, ma la presidente del Consiglio ha partecipato a ciascuno dei precedenti incontri dei volenterosi e l'Italia era presente anche a tutte le riunioni tecniche a Parigi e Londra».

Insomma, in Francia Meloni si presenterà con alle spalle le polemiche di casa degli ultimi giorni sul fronte della politica estera e con una linea che fino ad ora ha sempre cercato di tenere insieme le ragioni dell'Europa e quelle dell'Alleanza atlantica. Ma è soprattutto l'attivismo turbo-trumpiano del leader della Lega che non è passato inosservato a Bruxelles e nelle principali capitali europee. Tanto che il leader del Ppe Manfred Weber non ha esitato a definirsi «preoccupato da Salvini e dagli altri esponenti dei Patrioti che ammirano Trump». «In questo momento storico - ha detto - bisogna smettere di seguire i populisti e agire insieme».

Una posizione, quella italiana, che rischia di avere delle ricadute anche sul piano di riarmo dell'Ue, ora ribattezzato Readiness 2030. Un dossier che certamente non sarà al centro della riunione di domani, ma che - vista anche la presenza a Parigi di Ursula von der Leyen - potrebbe comunque essere affrontato a margine.

Meloni, infatti, teme che alla fine saranno soprattutto le industrie di Francia e Germania ad essere favorite da un piano di riarmo che con lo strumento Safe mette a disposizione degli Stati europei 150 miliardi di euro a prestito per appalti che abbiano a che fare con la difesa comune. A scapito, dunque, di eccellenze italiane come Leonardo e Fincantieri.

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