Meloni: restiamo con Kiev. E Trump elogia la premier

Il governo italiano valuta l'ipotesi dell'invio di truppe sotto l'egida Onu. Secco no della Lega. Fazzolari contro "l'imperialismo russo"

Meloni: restiamo con Kiev. E Trump elogia la premier
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Anche nel giorno del terzo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina, resta la distanza tra Stati Uniti e Europa su come gestire i negoziati per arrivare a un cessate il fuoco. Mentre la Commissione Ue è a Kiev insieme a diversi leader europei per solidarizzare con il governo di Volodymyr Zelensky, a New York l'Assemblea generale dell'Onu si spacca sulla risoluzione sull'Ucraina, con gli Usa che (insieme a Russia e Ungheria) si astengono e quasi tutti i Paesi Ue (Italia compresa) che invece approvano il testo dove si condanna «l'invasione su vasta scala» di Mosca. Una divergenza di vedute che, inevitabilmente, condiziona anche il primo summit del G7 dell'era Trump. Un vertice in videoconferenza dal quale non scaturisce una posizione unitaria, tanto che salta il comunicato finale. Nonostante il pressing della presidenza canadese - supportata da Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Giappone - gli Stati Uniti si oppongono a inserire qualsiasi riferimento all'aggressione russa.

A Palazzo Chigi, però, si guarda soprattutto il bicchiere mezzo pieno. E si sottolinea come la riunione, a cui ha preso parte in apertura anche Zelensky, ha permesso di «ribadire il sostegno condiviso da tutti i partecipanti agli sforzi in corso per mettere fine ad un conflitto che ha provocato negli ultimi tre anni un numero inaccettabile di morti e di distruzione». Insomma, «l'obiettivo a cui lavora l'Italia, insieme ai partner del G7 e a quelli europei, è di raggiungere una pace giusta e duratura in Ucraina» e che si fondata sulla «definizione di garanzie di sicurezza efficaci, necessarie a prevenire futuri conflitti», nella consapevolezza che «è nel contesto euro-atlantico che trova fondamento la sicurezza europea». Insomma, pur non condividendo fino in fondo il pressing di Trump contro Zelensky e a sostegno delle ragioni di Putin, Meloni guarda soprattutto ai negoziati in corso, nella speranza che certe accelerazioni siano frutto di tatticismi e che si possa arrivare a un punto di caduta ragionevole per tutti. Con due grandi questioni da dirimere: l'eventuale impiego di truppe di pace dell'Ue in Ucraina e il nodo delle terre rare. Sul primo punto ieri il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che «l'Europa è pronta a prendersi le sue responsabilità». Mentre Trump - che ha ricevuto l'inquilino dell'Eliseo alla Casa Bianca - è convinto che Putin «accetterà un contingente di pace europeo» (ieri ha avuto parole di elogio per l'Italia e Meloni, «una nazione che andrà bene perché Giorgia è una meravigliosa donna e ha una leadership forte»). E sull'eventuale invio di truppe l'Italia - da sempre scettica - starebbe iniziando a fare delle valutazioni, ovviamente all'interno di un quadro multilaterale come potrebbe essere una risoluzione Onu (renderebbe meno complicato il via libera delle Camere). Anche se la Lega ha già fatto sapere di essere «contraria all'invio di soldati italiani».

In occasione dell'anniversario, Meloni dice che «l'Italia c'è stata in questi tre anni difficili e ci sarà insieme al resto dell'Occidente per un futuro di sovranità, prosperità e libertà». Mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari punta il dito contro «le mire neo imperiali delle élite russe». «L'invasione lampo dell'Ucraina immaginata da Putin - dice - si è trasformata in una guerra che dura da tre anni. La voglia di libertà del popolo ucraino è stata più forte di quello che era considerato il secondo esercito più potente al mondo». Netto anche Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione Ue. «Tre anni fa - dice da Kiev - la Russia violava il diritto internazionale e iniziava una guerra di aggressione contro l'Ucraina. L'Ue è al fianco del suo popolo e siamo a favore di una pace giusta che assicuri indipendenza e sicurezza». Sulla stessa linea Emanuele Loperfido, segretario della commissione Difesa della Camera. «Di fronte al presidente del Parlamento ucraino - dice il deputato di Fdi, anche lui ieri a Kiev - ho ribadito l'impegno del governo Meloni a sostenere senza esitazioni l'Ucraina».

E un appoggio granitico a Kiev arriva anche dal capo dello

Stato Sergio Mattarella. Che non esita a parlare di «brutale aggressione russa» e ribadisce «vicinanza e solidarietà alla coraggiosa resistenza ucraina a difesa della propria indipendenza e della libertà delle sue scelte nazionali».

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