Nell'estate degli scontrini finisce dentro anche la Meloni, per una cena neppure sua e neppure in Italia ma nell'Albania meta low cost per sfuggire al caro prezzo italico. Chi ha saldato quella cena non pagata? L'opposizione ha montato un mezzo caso persino sui fondi usati per pagare il conto dei quattro scrocconi italiani, dopo che la premier, irritata per la furbata di quegli «imbecilli», ha chiesto all'ambasciatore italiano a Tirana di provvedere a saldare il conto. Sì, facile, con i soldi dei contribuenti italiani? Per un danno erariale di ben 80 euro (bevande incluse)? Lo pagasse lei. Sulla vicenda è intervenuta anche la vicepresidente Pd della commissione Esteri, Lia Quartapelle, a testimoniare la gravità del caso internazionale. Così prima è arrivata addirittura la nota dell'ambasciata italiana per precisare che il conto della cena non è stato pagato dalla Farnesina, ma con «fondi personali della Presidente Meloni». Poi sui social anche la Meloni ha dovuto tornare sulla scroccata degli 80 euro, spiegando che «ho pagato personalmente. Niente di che, infatti io non ne ho neanche dato notizia. Eppure anche questo in Italia ha creato polemica, da parte di un'opposizione che evidentemente preferisce un'altra immagine dell'Italia», mentre lei si è vergognata, «perché l'Italia che voglio rappresentare non è una Nazione che fa parlare di sé all'estero per queste cose, che non rispetta il lavoro altrui, che pensa di essere divertente fregando gli altri». C'è anche la prova video: l'immagine dei soldi in un barattolo di vetro nel ristorante «Guva Mangalem» di Berat, postati sui social dalla proprietaria, che assicura che quei soldi resteranno lì dentro «anche contro malocchio», «Meloni una vera signora», dice, il suo è «un grande esempio di dignità da una buona madre severa che dà l'esempio a sua casa!!». A questo punto il senatore azzurro Maurizio Gasparri può consegnare «il premio fesso del giorno» a Riccardo Magi, di + Europa, che aveva accusato la Meloni di far pagare gli italiani («La prossima volta in Albania manderemo lui, che da ex radicale praticherà il digiuno. Del resto a scrocco campa già bene in Italia, candidato dal Pd nel Piemonte a lui ignoto. Più a scrocco di così...», sfotte Gasparri).
Sì, ma in Albania la Meloni come ci è andata? Anche su questo l'opposizione ha voluto vederci chiaro. Un volo di Stato? Un misterioso natante? Pagato da chi? Nei giorni del viaggio si diffondono voci incontrollate su una «barca privata», anche se Palazzo Chigi precisa che la Meloni è andata in traghetto, come una turista qualunque. Sì, ma le foto dove sono? Serve la prova. C'è solo un video che la ritrae all'arrivo a Valona mentre i media albanesi sostengono che Meloni stia visitando Valona «a bordo di un mezzo privato». Dunque è subito giallo (il caso, non il mezzo privato). Si dice che dietro ci sia nientemeno che Pippo L'Abbate, il re dell'ortofrutta pugliese, meloniano (di nome e di fatto), che deve giustificarsi: «non l'ho portata io in Albania con il gommone». Quindi? Poi è arrivato il signor Gianni Allushi, albanese che vive a Giulianova, ha pubblicare la prova, la foto della Meloni con i due figli sul traghetto Valona-Brindisi, dove la premier sta rientrando per sostare in una masseria di Ceglie Messapica («Un incontro improviso con la Giorgia Meloni, nave Valona-Brindisi»). Anche sulla masseria (pagata da chi? Ah, da lei) c'erano state indagini approfondite e polemiche, con Landini che accusava il governo di «chiudersi nei resort».
Sempre in Puglia la Meloni aveva infatti escluso la vacanza nel lussuoso Borgo Egnazia, da 1.700 euro a notte: «Ci assalirebbero: vi ricordate cosa è successo con Conte quando hanno pubblicato le sue foto a Cortina?» avrebbe detto ai suoi. Figurarsi, è bastata una cena da 80 euro in Albania.
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