La Meloni sicura: "Incompatibili con dem e M5s"

La Meloni sicura: "Incompatibili con dem e M5s"

A Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, non piace essere tirata troppo per la giacca e, al telefono, mi ribadisce: «No a qualsiasi inciucio. Anche in tempi non sospetti, prima del verdetto delle urne del 4 marzo, siamo stati chiari sulla nostra indisponibilità ad intese con il Partito Democratico e con i Cinquestelle: sono incompatibili con noi su molti temi cardine, dall'immigrazione di massa, vista favorevolmente da entrambi, alla difesa della famiglia e di quei valori non negoziabili sui quali loro la pensano esattamente allo stesso modo. Non siamo disponibili ad accordi con uno di questi partiti, figuriamoci se con tutti e due».

Insomma, nessuna possibilità di compromesso come qualcuno aveva paventato, considerando la grandissima incertezza, ben maggiore di quella prevista dai sondaggisti, dopo il voto di domenica scorsa. «Per quello che ci riguarda - ribadisce Giorgia - voglio essere molto precisa: noi preferiamo, semmai, andare all'opposizione piuttosto che cercare accordi con altre forze politiche al di fuori delle quattro gambe del centrodestra». Sono giorni molto convulsi, questi, per tutti i segretari di partito: si rincorrono le voci, si moltiplicano le ipotesi, si lanciano fake news. Un grande polverone che finisce per confondere le idee di tutti: addetti ai lavori e no. Ecco perché la «numero uno» di Fratelli d'Italia scandisce bene le parole: «Il presidente della Repubblica Mattarella deve dare l'incarico al centrodestra e il leader leghista Matteo Salvini è il nostro candidato premier». Tutto, insomma, come previsto dagli accordi prima del voto sottoscritti da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e quarta gamba. In questi giorni, diversi commentatori di punta di certi giornali e tanti «soliti volti» superpresenzialisti, che hanno compiuto il giro delle sette chiese andando da un salotto televisivo all'altro e finendo per battere persino il super-maratoneta Mentana, hanno fatto a gara per cercare di trovare elementi di divisione nel centrodestra: Berlusconi da una parte e Salvini e la stessa Meloni dall'altra. Mai come in questi giorni, invece, le previsioni surreali di certi sgonfiati «guru» sono state smentite dai fatti: se il Cavaliere ha subito tenuto a precisare che, dopo l'esito degli scrutini, il Matteo padano era automaticamente diventato il candidato premier della coalizione, la Meloni ha ribadito quanto sostenuto anche da Berlusconi: l'incarico spetta al centrodestra. Non solo: il voto non è stato un derby tra le diverse gambe.

Patti chiari e amicizia lunga: al di là dei seggi conquistati e delle tante proiezioni, la buona tenuta della coalizione si sta verificando sul campo proprio in questi giorni. E con ottimi risultati: alla faccia delle tante cassandre tv e non solo.

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