«Noi le tasse le abbassiamo, come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva. Allora voglio essere chiara ancora una volta, la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e sostenere le imprese, non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini». In 48 secondi di videomessaggio il premier Giorgia Meloni, in pieno accordo con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, ha voluto spiegare che non ci saranno aggravi di imposta. «Nonostante dall'opposizione alcuni vorrebbero l'introduzione di patrimoniali, di ulteriori imposte, noi resteremo fedeli al nostro impegno, che è lavorare per una manovra che rilanci l'economia», senza chiedere agli italiani «nuovi sacrifici», ha concluso.
Ha utilizzato lo stesso termine, «sacrifici», impiegato nei giorni scorsi da Giorgetti, che ieri era in Aula a Montecitorio per il voto sul Psb. Camera e Senato hanno approvato a distanza di poche ore la risoluzione della maggioranza (rispettivamente con 183 e 95 sì), che impegna il governo a garantire in manovra 4 priorità: cuneo e Irpef strutturali, famiglie, contratti della Pa e fondi per la spesa sanitaria. Giorgetti ha rivendicato le scelte del governo. Quando di fronte al fardello del debito «ripeto come un mantra prudenza, responsabilità e cautela, non sono un disco rotto: voglio costruire una credibilità», che «ci ha permesso di abbassare lo spread di 100 punti base». L'avanzo primario, ha specificato, «è un obiettivo morale prima che politico». Il ministro ha ricordato la correlazione tra crescita e demografia in un'Italia che sta diventando una «società signorile di massa», in cui cresce il Pil pro-capite ma non quello aggregato. Al Senato, per, il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, ha voluto ulteriormente ribadire che il bene rifugio degli italiani non sarà toccato. «Nessuno tasserà la casa, si tratta semplicemente di garantire l'interoperabilità di banche dati che mettono insieme gli aggiornamenti dei dati catastali con la possibilità di usufruire dei bonus edilizi», ha ribadito.
D'altronde, in un momento delicato come quello della manovra anche la maggioranza è attraversata da tensioni. È il caso di Forza Italia i cui esponenti a più riprese hanno voluto specificare che l'argomento casa è tabù. «Le tasse sulla casa non saranno toccate. Non toccheremo la casa, non toccheremo i beni dei nostri cittadini. Questo è un dato importante, Forza Italia sarà garante di questo impegno», la dichiarazione di voto del senatore Dario Damiani. Il responsabile Dipartimenti, Alessandro Cattaneo, ha voluto però precisare che «non c'è attrito con il ministro Giorgetti, basta chiarire all'esterno che ciò di cui stiamo parlando è molto circoscritto e non c'entra nulla con una riforma del catasto che non è nemmeno all'ordine del giorno». Si tratta di «immobili fantasma» e quanto al Superbonus, «se uno ha avuto gratuitamente dallo Stato i lavori per la sua casa, è ragionevole che ci sia un adeguamento catastale», ha poi specificato.
Questi sfilacciamenti hanno rafforzato la propaganda del Pd che, fino a ieri amico delle patrimoniali, s'è riscoperto liberale «all'amatriciana» (proponendo tagli di tasse senza copertura in un momento difficile come quello causato dal rientro in vigore del Patto di Stabilità). Il segretario Elly Schlein è andata direttamente all'attacco del premier sulle accise. «Spieghi ora al Paese questa nuova tassa Meloni. Anche oggi l'abbiamo vista in video mentire a viso aperto al Paese».
Una scelta rivendicata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, Il taglio delle accise di 20 centesimi proposto dai pentastellati «costava 10 miliardi; il governo Meloni ha deciso di non bruciarli. Stiamo facendo una manovra che tendenzialmente è di 24 miliardi, capiamo qual è l'entità di 10 miliardi».
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