Il congelamento della richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti all'Italia per l'iraniano Mohammed Abedini-Najafabadi, detenuto dal 17 dicembre nel carcere milanese di Opera su «mandato» americano, è l'obiettivo della visita lampo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, la residenza in Florida del neoeletto presidente degli Stati uniti Donald Trump, che giurerà il prossimo 20 gennaio.
Il destino di Abedini si incrocia ovviamente con quello della giornalista italiana Cecilia Sala, rinchiusa dal 19 dicembre nel carcere di Evin e usata come ostaggio e pedina di scambio dal regime degli Ayatollah. Gli Stati Uniti non hanno ancora formalizzato la richiesta di estradizione all'Italia. E dunque, lo scopo della missione «segreta» della premier nella residenza di Trump è stato probabilmente quello di ottenere dalla futura amministrazione Usa la garanzia di un rallentamento sull'iter per consentire alle diplomazie di trovare una via d'uscita.
Il punto di caduta potrebbe arrivare il 15 gennaio prossimo quando la Corte di Appello di Milano deciderà sulla richiesta di domiciliari per Abedini. In tal modo il governo italiano potrebbe spingere per ottenere identica misura per la Sala. Un'operazione che va condotta con la benedizione degli Usa che sono parte in causa della trattativa tra Italia e Iran. Trump però si insedierà solo il 20 gennaio prossimo e Meloni aveva fretta di incassare il via libera al congelamento della richiesta di estradizione.
Così ieri l'aereo della presidenza del Consiglio, IAM9002, è decollato alle da Ciampino alle 11.13 per far rotta su Palm Beach con scalo in Irlanda. Il faccia Trump-Meloni c'è stato alle 19 e 30 (ore americane).
Sul tavolo anche altri dossier: i dazi sul gas, il conflitto in Ucraina e Ue. Ma il caso Sala-Abedini è stato il fascicolo caldo. Meloni ha giocato d'anticipo, visto che dal 9 al 12 gennaio prossimo il presidente uscente Joe Biden sarà in Italia per una visita a Papa Francesco. Mentre Meloni era in volo verso Palm Beach, Andrea Stroppa, l'uomo di fiducia di Elon Musk in Italia, pubblicava su X un'immagine ritoccata con l'intelligenza artificiale dove Meloni, Trump e il patron di Tesla e SpaceX compaiono vestiti da antichi romani. Nel post le bandiere italiana e a americana vicine.
Intanto, per la presidente del Consiglio italiana la scelta di essere o meno il 20 gennaio alla Casa Bianca resta in «standby», nonostante l'invito personale che ha ricevuto dal neo presidente Trump e dalla figlia Ivanka. La premier valuterà nei prossimi giorni, anche in base all'esito dell'incontro e agli sviluppi della situazione.
Se Meloni restasse a
casa, a quel punto, nemmeno il protocollo impedirebbe al vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini di andare e consacrare la sua vicinanza al tycoon americano, e quindi l'asse politico repubblicano-sovranista a cui lavora da anni.
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