Buttare giù le foreste, sacrificare migliaia di alberi per combattere il riscaldamento globale. Suona strano, ma succede in Inghilterra ed è la motivazione che ha portato all'importante operazione di disboscamento in corso nella vasta Kielder Forest, una foresta dell'era glaciale che si trova nella regione del Northumberland, contea del Nord-Est della Gran Bretagna. Lo documenta la Bbc. Eppure gli ambientalisti ci hanno sempre detto che le foreste sono il polmone del pianeta e devono essere protette. E, invece, il Regno Unito ci insegna che tagliare gli alberi non è poi così distruttivo, serve a restaurare l'habitat degli antichi ecosistemi delle paludi. Queste si chiamano Border Mires, nei pressi di Kield Water, alcune sono profonde 15 metri e contengono piante cresciute 12 mila anni fa. Tutto fa parte di un progetto decennale, finanziato dal governo britannico, in passato dall'Ue, nell'ambito della lotta al cambiamento climatico. Lo scopo è quello di far risvegliare le antiche paludi. Secondo gli studiosi, giovano di più al pianeta rispetto agli alberi. Sono capaci di assorbire biossido di carbonio per migliaia e di anni e, quando le loro piante muoiono, non marciscono del tutto e non inquinano l'atmosfera. Gli alberi sono invece più pericolosi, assimilano il biossido di carbonio solo quando sono vivi e ne rilasciano enormi quantità quando muoiono.
A sgranocchiare 23 ettari di foresta sarà una trinciatrice verticale di nove tonnellate, impiegata dall'agenzia governativa Foresty England per accelerare le tempistiche del progetto. È dotata di un potente disco da taglio che gira ad alta velocità e questo consente di trasformare i tronchi degli alberi in trucioli. Data la consistenza piuttosto morbida del terreno, la macchina è stata dotata di binari larghi un metro per non farla «sprofondare» mentre è all'opera. Si tireranno giù con le motoseghe anche abeti più piccoli, coprendo 161 ettari e bloccando 3,5 km di canali di drenaggio così la terra potrà trattenere l'acqua, la vera e propria linfa vitale di una palude.
Le paludi di confine iniziarono a formarsi circa 12.000 anni fa, quando gli ultimi ghiacciai si ritirarono dal nord della Gran Bretagna. L'impenetrabile palude divenne famosa per ospitare i ladri di bestiame conosciuti come i moss troopers, nel XVII secolo. Poi, dopo la Seconda guerra mondiale, il governo britannico decise di piantare delle grandi foreste nel Northumberland, pensando così di salvaguardare l'ambiente. A un bel po' di anni di distanza, eccoli ancora a rimettere mano all'antica torbiera con l'aiuto di studiosi del settore.
A seguire i lavori è Wayne Penrose, un ecologo della Foresty England: «La rimozione degli alberi e il blocco dei canali di drenaggio - ha dichiarato alla stampa britannica - aumenta i livelli di idrologia e ripristina le paludi, che fungono da un enorme deposito di carbonio».
Angus Lunn, 87 anni, vicepresidente del Northumberland Wildlife Trust, il gruppo di volontari che 50 anni fa ha installato le prime dighe di torba nelle fognature delle Border Mires, ha detto alla Bbc: «Alcune persone potrebbero pensare che le paludi non siano belle come boschi antichi o foreste pluviali, ma sono un habitat incredibilmente prezioso e parte di un ricco mosaico di paesaggi nella foresta di Kielder».Il progetto, portato avanti dal Border Mires Management Committee, è iniziato a settembre e dovrebbe essere completato entro la fine del mese.
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