Merkel superata a destra. AfD primo partito all'Est (con schiaffo degli 007)

Populisti avanti nell'ex Ddr. Chemnitz, smentita la Cancelliera: "Nessuna caccia allo straniero"

Merkel superata a destra. AfD primo partito all'Est (con schiaffo degli 007)

Berlino È solo un sondaggio ma a Berlino fa molta paura: con il 27% delle intenzioni di voto, Alternative für Deutschlad (AfD) è il primo partito nei Länder dell'ex Germania Est. La formazione anti-immigrati ed euroscettica supera di 4 punti il partito cristiano democratico (Cdu) di Angela Merkel. Speculare, benché meno inaspettata, la situazione sul fianco sinistro dello schieramento politico: la sinistra social-comunista (Die Linke) naviga al 18% contro il 15% dei socialdemocratici. Su scala nazionale il sondaggio è meno drammatico ma comunque punitivo per la große Koalition al potere dal 2013: la Cdu si confermerebbe primo partito con il 29% dei voti, seguita dalla Spd a quota 18%. I pilastri del potere di Angela Merkel, in altre parole, si stanno sgretolando a conferma di un trend affermatosi di prepotenza alle elezioni legislative di un anno fa. Il grande abbraccio fra centrodestra e centrosinistra non convince più i tedeschi, pronti a lasciare il primo a favore di AfD indicata come il terzo partito tedesco con il 16% dei consensi e il secondo a favore dei Verdi, (14%).

Neppure la Germania del lavoro per (quasi) tutti e di uno stato generoso per prestazioni sociali sfugge dunque alla montata di formazioni politiche contrarie all'immigrazione anche Die Linke sta aggiustando il tiro in questo senso e all'integrazione europea. La legislatura è iniziata da poco e in teoria Angela Merkel e i suoi alleati di centrosinistra hanno ancora tre anni abbondanti per riconquistare il consenso in libera uscita. Le elezioni per i Parlamenti dei Länder lavorano però nella direzione contraria: a ottobre si vota in Baviera, dove i cristiano sociali alleati della cancelleria saranno obbligati ad aprire alla sinistra oppure proprio ad AfD per restare al governo; fra un anno, poi, si vota in Sassonia, cuore pulsante della destra tedesca, dove l'ostilità verso il governo federale, la stampa, e l'Europa raggiungono il loro massimo.

Neppure la cronaca lavora a favore del governo. Con un'intervista alla Bild, il numero uno dei servizi di sicurezza interna (BfV), Hans-Georg Maassen, ha fatto sapere che i video circolati negli ultimi giorni con le presunte violenze di gruppi di hooligan e neonazisti contro gli immigrati per le strade di Chemnitz potrebbero «non essere autentici». Teatro dell'omicidio di un tedesco attribuito a due giovani profughi mediorientali, Chemnitz è diventata il simbolo della divisione fra la destra xenofoba sostenuta da AfD e un centro-sinistra sensibile ai temi dell'accoglienza e dell'antifascismo militante. Maassen è stato accusato da sinistra di connivenza con l'ultradestra ma le sue parole hanno provocato anche la reazione di alcuni giornalisti testimoni dei disordini degli ultimi giorni nella città sassone. Il ministro federale degli Interni Horst Seehofer ha fatto sapere di non avere ricevuto nessun rapporto dal BfV sui fatti di Chemnitz. Seehofer è però anche il leader del partito cristiano sociale bavarese. A Maassen il ministro ha riconfermato la propria fiducia.

Il capo del BfV ha comunque messo in difficoltà la cancelliera, espostasi a inizio settimana contro le violenze di strada a danni degli stranieri. Ai giornalisti, il portavoce della Bundeskanzlerin, Steffen Seibert, ha detto che Maassen non hai mai informato il governo su possibili fake news in cirolazione riguardo ai fatti di Chemnitz.

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