Il giorno dopo il confronto alla Camera sul «no» alla riforma del Mes, Silvio Berlusconi tiene il punto. Fa sapere che non ascolterà eventuali pressioni anche internazionali e che ritiene il Fondo salva-Stati pericoloso, coerentemente con quanto dichiarato un anno fa, il 4 dicembre 2019, quando disse che «quello del Fondo è un tema che va affrontato con grande serietà perché potrebbe avere ricadute molto pesanti per l'Italia. Il nostro Paese rischia di trovarsi a dover finanziare uno strumento sul quale non ha in pratica nessuna possibilità di controllo». Non cambia invece il «sì» convinto al Mes sanitario.
I pontieri sono al lavoro in queste ore per ricucire la tela del dialogo interno e disinnescare i possibili voti in dissenso dell'ala più moderata. I malumori, da quanto si apprende, stanno rientrando così come sta perdendo quota l'ipotesi di una risoluzione più blanda da sottoporre agli alleati. Renato Brunetta, Osvaldo Napoli e soprattutto Renata Polverini mantengono una posizione critica, ma sta prevalendo la linea dell'unità. Antonio Tajani e lo stesso Brunetta stanno lavorando ad alcuni emendamenti che potrebbero riportare il sereno. Se alla Camera lo strappo sembra essere stato ricucito, ora gli occhi sono puntati sul Senato, dove il no di Forza Italia al Mes metterebbe a rischio il Conte bis. Annamaria Bernini, presidente dei senatori azzurri, che mercoledì a pranzo riunirà il gruppo, assicura che il fronte del no non si sfalderà: «I senatori azzurri si muoveranno come sempre compatti, nel rispetto delle indicazioni del presidente Berlusconi».
Gli esponenti azzurri si sforzano in questa fase di spiegare il doppio binario sui «due» Mes. «La posizione di Forza Italia, ribadita pochi giorni fa da Berlusconi, non è cambiata di un millimetro», assicura Giorgio Mulè. «Confermiamo il no alla mela bacata del Mes bancario e ribadiamo il nostro sì alla mela buona del Mes sanitario». Per Annagrazia Calabria, Berlusconi «ha indicato con il no sulla riforma del Mes e il sì ai 37 miliardi del Mes sanitario l'unica linea possibile perché basata sull'interesse dell'Italia e degli italiani».
E Marco Marin aggiunge: «La linea di Forza Italia e di Berlusconi è quella più chiara e coerente: no al Mes bancario, sì al Pandemic Crisis Support da 37 miliardi a cui il governo delle quattro sinistre continua a dire no, danneggiando così la salute degli italiani».
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