Metà anticorpi già sei mesi dopo il richiamo

Protezione più duratura negli under 65 e tra le donne. Per ormoni e geni

Metà anticorpi già sei mesi dopo il richiamo

Negli Usa l'agenzia Cdc potrebbe considerare una persona «completamente vaccinata», se ha ricevuto anche il booster. Probabilmente la raccomandazione, secondo quanto dice alla Cbs Scott Gottlieb, ex commissario Fda, dovrebbe slittare al 2022 ma il dibattito non si ferma sulla necessità di terza dose, nonostante la stessa Fda abbia da poco rilasciato un'autorizzazione all'uso di emergenza per il richiamo per gli adulti a sei mesi dall'ultima vaccinazione. Il motivo, ormai chiaro, è la diminuzione degli anticorpi, e un nuovo studio, condotto dal Texas Biomedical Research Institute e dall'Università di Verona, conferma l'importanza del booster. La ricerca, accettata per la pubblicazione sul Journal of Medical Biochemistry, ha rilevato che i livelli totali di anticorpi variano tra gruppi di età e uomini e donne.

Gli under 65 hanno più del doppio del livello di anticorpi rispetto agli individui di età superiore a 65 anni durante i 6 mesi successivi alla vaccinazione. Le donne hanno livelli più elevati rispetto agli uomini, in particolare le under 65. È importante sottolineare che entro i 6 mesi i livelli di anticorpi sono diminuiti di oltre il 50% rispetto ai livelli di picco per tutti. «La nostra fornisce ulteriori prove che i richiami servono per mantenere alti i livelli di anticorpi, in modo da ottenere una risposta immunitaria efficace contro l'infezione e prevenire le morti», afferma Brandon Michael Henry, ricercatore del Texas Biomed, co-direttore dello studio. I risultati si basano su un gruppo di 787 operatori sanitari a Verona tra i 21 e i 75 anni, che hanno ricevuto due dosi di Pfizer.

Le ipotesi sulle differenze sono legate agli ormoni e alla genetica: il testosterone, che è più alto negli uomini, sopprime naturalmente il sistema immunitario, mentre è noto che gli estrogeni, più alti nelle donne, amplificano le risposte immunitarie. Inoltre, alcuni geni che codificano per determinate proteine immunitarie si trovano sul cromosoma X e le donne hanno due cromosomi X.

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