«Tornerò morto o mi faranno molto male».
È l'ultimo inquietante messaggio inviato da Ahmed Jouider, il ragazzo di quindici anni di cui non si sa più nulla da giovedì sera. Il giovane, di origini marocchine, che abita con la mamma Latifa e con la sorella maggiore Hiba, in via Luigi Rizzo a Mortise, in provincia di Padova, sembra scomparso nel nulla. Carabinieri e polizia lo stanno cercando senza sosta nei luoghi che di solito frequenta con la sua comitiva.
Da quattro giorni i familiari stanno vivendo un'inferno e hanno tappezzato la città di manifesti chiedendo a tutti quelli che hanno notizie o potrebbero aver visto Ahmed di avvertire le forze dell'ordine o chiamare al numero 3884286326. «Non abbiamo notizie di nessun tipo - si dispera la sorella - nessuno ci ha chiamato o fatto sapere nulla fino a ora. Siamo distrutte, temiamo per lui, aiutateci»
Il ragazzo è uscito da casa giovedì 21 poco prima delle 22. Era vestito con pantaloni neri e una felpa nera con una striscia grigia. Ha abbracciato la mamma, dato un bacetto sulla fronte a Hiba, raccontando che avrebbe visto gli amici. Poi si è allontanato sulla sua bicicletta rossa, con il cestino davanti. Dopo un po' la mamma lo ha chiamato al cellulare. «Mi fai preoccupare, dove sei?», gli ha domandato. Lui le ha subito risposto: «Stai tranquilla, sono al Cristo (il piazzale della chiesa di Cristo Re, a Mortise). Vi voglio bene». L'ultima volta che il telefono è risultato acceso era mezzanotte ed è stato localizzato in via Madonna del Rosario. Non vedendolo rincasare alle due madre e figlia hanno sporto denuncia alla polizia e il consigliere leghista Alain Luciani ha condiviso l'appello e la foto di Ahmed su Facebook.
La paura sulla sorte del ragazzino aumenta di ora in ora, perché prima di eclissarsi aveva mandato un messaggino all'ex fidanzatina, pregandola di non farlo sentire a nessuno: «Ora devo uscire. Ho delle questioni in sospeso con alcune persone, mi minacciano. Penso che morirò. Oppure se non muoio avrò delle ferite, gravi. Ma penso che morirò». «Giovedì sera abbiamo mangiato tutti insieme dopo il digiuno della giornata, noi stiamo facendo il Ramadan, e lui era normale, come sempre - racconta Hiba, 17 anni -. Ci ha insospettito però il suo modo di salutarci molto affettuoso. Mio fratello non è uno che esprime tanto il suo affetto, per questo mia mamma si è preoccupata un po'.
Ha anche detto una bugia agli amici affermando che era stato in ospedale giovedì mattina per una ferita alla schiena, quando in realtà era a casa perché aveva mal di testa. Quella sera loro non lo hanno visto. Non si è mai comportato così, siamo terrorizzate».
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