"La mia vittoria ad Amici nella tv senza abbracci"

La 22enne ha vinto in uno studio quasi vuoto: "L'applauso carica, ma soli ci si concentra di più"

"La mia vittoria ad Amici nella tv senza abbracci"

Quando Maria De Filippi l'ha consacrata vincitrice di Amici (su Canale 5 all'1,36 di sabato), Gaia Gozzi ha iniziato a piangere, a parlare a raffica e ha detto in totale 25 volte grazie. Ma non ha ricevuto nessun abbraccio, nessuna carezza, niente. Ha preso la coppa ed è rimasta ad almeno un metro da tutti mentre piovevano coriandoli. Amici al tempo del Coronavirus. «L'applauso ti dà la carica e ne abbiamo sentito la mancanza. Ma quando ho vinto, ho sentito lo stesso un abbraccio virtuale». Per lei, che vive tra Milano e Viadana (Mantova), non è stata buona la prima, ma la seconda. Nel 2016 era stata battuta dai Soul System in un X Factor non memorabile. Stavolta ha superato la salernitana Giulia Molino e i ballerini Nicolai Gorodiskii e Javier Rojas, che ha vinto la sezione ballo. Una vittoria che, in ogni caso, passerà alla storia.

Primo pensiero con la coppa in mano?

«Non lo so. Ho iniziato a piangere quasi senza accorgermene. Ho pianto perché in quel momento ho avuto la sensazione netta, e finalmente chiara, di che cosa volesse dire essere felici. E, come una bambina, mi sono messa a piangere senza sosta. È stato un pianto liberatorio, frutto di pianti pregressi».

Perché pregressi?

«Perché io ho iniziato senza mediazioni. Sono passata dalla mia cameretta direttamente a X Factor, dove non ero a fuoco e ho iniziato la mia ricerca».

Qual è la differenza tra X Factor e Amici?

«Sono due mondi diversi. Ma nel mio caso non è tanto un problema di contesto ma di personalità. Ad Amici ho finito di scoprirmi per intero».

In che modo?

«Soprattutto ho addomesticato la paura di non piacere. Non si può piacere a tutti, ed è naturale. Ma ho impiegato un po' ad accettarlo».

Da questo punto di vista, allora, la mancanza di pubblico può averla aiutata.

«Inizialmente il pubblico può darti una marcia in più. Ma mi sono accorta che, se piaci molto, può anche toglierti la propensione all'autoanalisi. Può insomma destabilizzare il lato autocritico di ciascuno di noi, che è fondamentale per migliorare».

E Maria De Filippi?

«È stata fondamentale perché mi ha dato fiducia concentrandosi sulle mie esigenze a livello umano. Ha saputo dirmi le parole giuste al momento giusto».

Nella finale De Filippi ha «discusso» con Alessandra Celentano che qualcuno pensa possa non essere riconfermata nel cast.

«Non ho sentito, ero concentrata sulla mia gara».

Gaia, lei non era soltanto la favorita alla vittoria, ma forse anche la cantante con il margine interpretativo più ampio.

«E dire che all'inizio qui mi dicevano che non mi vedevano, che ero sempre nascosta nelle mie interpretazioni. Probabilmente sono cresciuta anche sotto questo punto di vista».

Il suo disco Genesi è tra i cinque più venduti in Italia.

«Ho lavorato a quelle sette canzoni con Simon Says, Alex Uhlmann, Antonio Filippelli, Machweo, Piero Romitelli, Gerardo Pulli e Antonio Di Martino».

Il grande Antonio Di Martino.

«Concordo, un grande. Comunque l'album rappresenta un vero e proprio nuovo inizio, non a caso si intitola Genesi e contiene anche i singoli Chega, brano in portoghese che conta già milioni di stream, e Coco Chanel. Ma sa che cosa mi fa davvero piacere?».

Cosa?

«Che i pezzi siano trasmessi anche dalle radio che li supportano ed evidentemente li gradiscono».

Eppure si dice (si teme) che ai ventenni la radio interessi sempre meno.

«Macché. Per me, ad esempio, un viaggio in macchina senza radio non è un viaggio. La radio è ancora fondamentale nello stabilire i gusti e nell'indirizzare gli ascoltatori».

Gaia, lei si è accorta di che cosa sta succedendo nel mondo?

«Mi hanno protetto, ma sono stata informata».

E adesso?

«Gli unici mezzi che avrò per rimanere in contatto con il pubblico sono i social. Lì farò qualche concertino. In attesa che le cose migliorino».

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