Anche se commettono atti di violenza, ai migranti non va revocata l'accoglienza. Anche se sono responsabili di reati, privarli della garanzia di un vitto e alloggio «costituisce sempre una sanzione sproporzionata, perché lesiva della dignità umana». Così la Corte di Giustizia europea sul caso di un senegalese 30enne che nel 2019 era stato espulso dal piano di accoglienza per decisione della prefettura di Firenze. L'uomo aveva aggredito un addetto di Trenitalia in una stazione mentre cercava di salire su un treno senza biglietto. Dopo la denuncia è stato aperto un procedimento penale a carico del senegalese che è tuttora in corso. Ma, come riporta il Tirreno, l'uomo aveva impugnato la decisione della prefettura davanti al Tar della Toscana, che gli aveva dato ragione.
Non era legittima, secondo i giudici amministrativi, la decisione del prefetto di escluderlo dal circuito di accoglienza per quell'aggressione. Contro questa linea l'avvocatura dello Stato a sua volta aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato, che ha chiesto un parere alla Corte di Giustizia Ue. Parere arrivato pochi giorni fa e che conferma invece la decisione del Tar: revocare il piano di accoglienza che comprende vitto, alloggio, sussidio per le spese giornaliere e vestiario, a un richiedente asilo anche se questo sia macchiato di atti violenti e gravi, costituisce in ogni caso una lesione della sua dignità. I giudici europei richiamano una direttiva, la 33 del 2013, secondo cui «gli Stati membri dell'Unione assicurano in qualsiasi circostanza l'accesso all'assistenza sanitaria e garantiscono un tenore di vita dignitoso per tutti i richiedenti». Per i magistrati la legge italiana, cioè il decreto accoglienza del 2015, «è in contrasto con la normativa europea perché tra le sanzioni per i migranti violenti comprende, appunto, la possibilità di revoca delle condizioni materiali di accoglienza». Il migrante verrebbe privato in questo modo di un «tenore di vita dignitoso».
Il tema immigrazione continua a infiammare la campagna elettorale. È di ieri l'ultimo bollettino di Frontex sui numeri: nei primi sette mesi del 2022 sono stati registrati 155.090 ingressi irregolari nell'Ue, con un aumento dell'86% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Solo a luglio gli Stati membri hanno registrato 34.570 attraversamenti irregolari, il 63% in più rispetto allo stesso mese del 2021. Sulla rotta del Mediterraneo centrale, Frontex conta 42.549 attraversamenti irregolari (il 44% in più rispetto ai primi sette mesi del 2021). E a luglio sono il 60% in più rispetto allo stesso mese del 2021. La pressione sulle coste italiane è confermata dall'Agenzia Ue: «Gli arrivi giornalieri che mettono a dura prova le capacità di accoglienza in Italia: Frontex supporta le autorità italiane con agenti per la registrazione e l'identificazione degli arrivi.
Sebbene i tunisini (30%) siano stati la prima nazionalità registrata su questa rotta a luglio, nel complesso gli egiziani hanno superato leggermente i tunisini nel 2022 . Il numero di egiziani individuati su questa rotta è in aumento: partono principalmente dalla Libia e sono aiutati dal contrabbando criminale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.