La notizia della positività al Covid19 di 11 pakistani facenti parte del gruppo di 64 fatti sbarcare a Pozzallo lunedì e sottoposti al tampone non sulla nave ma soltanto dopo avere raggiunto l'ex azienda «don Pietro» di contrada Cifali a Comiso ha aggravato la tensione e il senso di mancata sicurezza percepita da cittadini e forze dell'ordine. «Stanno giocando con il fuoco!», è il commento del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, anche in considerazione della facilità con cui nelle scorse settimane 72 migranti si sono allontanati dalla struttura, malgrado la vigilanza, persino ferendo un finanziere.
Musumeci, parlando di «un quadro sconfortante nel quale si erge il silenzio del ministero dell'Interno» ha annunciato un'ordinanza per tutelare i cittadini. «È un attentato alla nostra salute e all'economia», dicono in molti, che attendono un «segnale» da parte del Viminale anche alla luce del fatto che ieri ha deciso di trasferire i 13 pakistani positivi al coronavirus di Amantea al Celio di Roma (dove saranno trasferiti oggi anche gli 11 del Ragusano), nonché alla luce dell'incontro di ieri tra il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, e il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese che ha garantito un impegno «a rafforzare tutte le misure necessarie per rassicurare» la popolazione. Giovedì il numero uno del Viminale sarà a Tripoli per incontrare il collega libico Fathi Ali Bashagha per parlare dell'impennata di sbarchi delle ultime settimane. Il ministro ha in preparazione anche un viaggio in Tunisia, altro paese di partenza dei flussi verso l'Italia, e la visita a Pozzallo.
Non si tratta però soltanto di rimuovere il problema nell'immediato, come sottolinea la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli: «Per contrastare il pericolo di diffusione del Covid occorrono unità navali destinate all'assistenza e alla sicurezza sanitaria dei migranti. Pertanto, in una fase emergenziale come quella attuale, è necessario monitorare le coste calabresi ed evitare gli sbarchi». Anche Ammatuna ha chiesto più sicurezza attraverso linee guida che obblighino gli esami medici a bordo delle navi, come torna a ribadire Stefano Paoloni, segretario generale del Sap: «Le forze dell'ordine non sono carne da macello. Nessuno si vuole sottrarre al proprio dovere, ma sono necessarie le dovute tutele» e dà notizia che la «metà della forza organica del commissariato di Siderno è in quarantena dopo lo sbarco a Roccella Jonica dei 13 migranti positivi». Le conseguenze ricadono sulle città e «i poliziotti impegnati massicciamente con gli immigrati denuncia il segretario generale del Siulp Ragusa, Flavio Faro, dopo lo sbarco a Pozzallo a fatica reggono il controllo del territorio».
Intanto si attende una nuova nave che affianchi la Moby Zazà per la quarantena dei migranti, sempre che la gara non vada deserta come l'ultima volta e dal Viminale potrebbero essere messi a disposizione per la quarantena anche gli ospedali militari in collaborazione con il ministero della Difesa. Buoni propositi ancora da concretare e, nel frattempo, la protesta di Amantea è arrivata in Sicilia. Lunedì a Porto Empedocle i cittadini sono scesi in piazza al grido di «Immigrato tutelato, siciliano abbandonato», lamentando prenotazioni disdette.
Intanto sul fronte sbarchi tutto procede come negli ultimi giorni. A Lampedusa sono stati intercettati dalle nostre forze circa 15 migranti a bordo di un barchino e sono stati condotti sul molo in attesa di una sistemazione.
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