Migranti, il "capo" dei Gesuiti: "Il populismo è una trappola"

Padre Sosa accusa i populisti: "Sfruttano le pulsioni nazionaliste per erigere muri". E invita ad accogliere i migranti: "Sono una fonte di ricchezza"

Migranti, il "capo" dei Gesuiti: "Il populismo è una trappola"

"Il populismo è una trappola". In una intervista al Sir, l'organo di informazione della Cei, padre Arturo Sosa Abascal, preposito generale della Compagnia di Gesù, si scaglia contro il "populismo" e contro chi vuole la chiusura delle frontiere e difende a spada tratta l'accoglienza degli immigrati clandestini che ogni giorno sbarcano sulle nostrte coste. "I migranti - spiega, quindi, il superiore dei Gesuiti - sono fonte di ricchezza".

"(Il populismo, ndr) presuppone una presenza di popolo alle spalle dei leader, ma ciò non avviene più - è l'analisi di padre Sosa ai microfondi del Sir - i populismi di adesso sono rappresentati da individui che non hanno un supporto popolare. Sono piuttosto antipolitici e antipartitici". Il preposito generale della Compagnia di Gesù rinfaccia ai partiti "populisti" di cavalcare "le pulsioni nazionaliste" e li accusa di sfruttare le persone "per erigere muri" anziché "elevarle a ragione identitaria". "Hanno ambizione di potere personale - continua padre Sosa - sono molto pericolosi. Il popolo è illuso, non conta nulla. I capi fanno leva sui sentimenti di disagio per coltivare i propri interessi".

Nella sua analisi ai microfoni dell'agenzia della Cei, padre Sosa fa poi il solito spot all'accoglienza degli immigrati. "La diffidenza nei confronti del diverso è diffusa, ma come cristiani siamo chiamati a fare il contrario. È un processo di conversione per tutti. L'Italia - spiega ancora il superiore dei Gesuiti - è tra i Paesi più aperti all'accoglienza in Europa". A suo dire il problema è solo a livello politico.

"Come i cristiani possono contribuire affinché la società civile sia aperta? Il futuro dell'Europa dipende molto dalla manodopera che arriva da altri Paesi - continua - per questo occorre pianificare una strategia comune. I migranti sono una fonte di ricchezza - conclude - a scappare da guerre e carestie uomini e donne che hanno il desiderio di lavorare".

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