Migranti, Salvini sfida l'Olanda. "Responsabili per Sea Watch"

Il leghista scrive ai Paesi Bassi, Stato di bandiera della nave: «Aprite i porti, non sottostiamo a ricatti morali»

Migranti, Salvini sfida l'Olanda. "Responsabili per Sea Watch"

«Vi riteniamo responsabili per Sea Watch» sostiene in sintesi il ministro dell'Interno Matteo Salvini nella lettera indirizzata al governo olandese. La nave Sea watch 3, dell'omonima Ong tedesca, batte bandiera dei Paesi Bassi. Ed è ferma da 12 giorni, al limite delle acque territoriali davanti a Lampedusa, con una quarantina di migranti a bordo.

«Gentile collega - scrive Salvini ad Ankie Broekers-Knol, Segretario di Stato per la Sicurezza e la Giustizia a L'Aja - la nave, rifiutando il POS (Porto di sbarco sicuro, nda) indicato dalle competenti Autorità libiche, ha deciso () di far rotta verso l'Italia () per l'individuazione del porto di sbarco, in spregio al riparto delle competenze e alla normativa in materia». Tripoli è in guerra, ma i talebani dell'accoglienza avrebbero dovuto portare i migranti in Tunisia, il porto sicuro più vicino.

Salvini sottolinea che il comandante di Sea watch 3 «pur avendo richiesto, sin dall'inizio, un porto di sbarco al proprio Paese di bandiera - a Voi - non ha, inspiegabilmente, ricevuto risposta».

Il ministro dell'Interno accusa, Carola Rackete, giovane e ideologizzata comandante di 31 anni, dello «strumentale stazionamento dell'imbarcazione, nello stesso luogo, da molti giorni e dello strumentale utilizzo dell'evoluzione delle condizioni delle persone a bordo per forzare le Autorità italiane ad autorizzare l'ingresso nelle acque territoriali e lo sbarco».

Il responsabile del Viminale ribadisce che «l'Italia (...) non può, (...) consentire sottostando ad un ricatto morale - che le proprie leggi vengano, di fatto, calpestate e rese parole vuote» facendo scendere i migranti illegali. Però pende la spada di Damocle del ricorso di Sea watch alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro il nostro Paese. Il caso potrebbe essere già discusso oggi.

Salvini si rivolge agli olandesi spiegando che «è necessario ed urgente (...) un Vostro intervento nei confronti della nave Sea Watch 3 e del suo Comandante ed equipaggio affinché () sia assicurato alle persone a bordo il rapido sbarco in apposito luogo (...) che (...) non potrà essere identificato nell'Italia». Per non lasciare spazio a dubbi Salvini scrive che il nostro Paese «non intende più essere l'unico hotspot dell'Europa».

E avverte l'Olanda che «qualsiasi ulteriore peggioramento della situazione a bordo non potrà, dunque, non ricadere nell'esclusiva responsabilità dello Stato di bandiera e del Comandante e dell'equipaggio della Sea Watch 3».

I Paesi Bassi avevano dato il via libera lo scorso anno alla nave dei talebani dell'accoglienza sequestrata a Malta, ma da febbraio il governo ha imposto un giorno di vite. Il ministro competente, Cora van Nieuwenhuizen, ha portato in Parlamento una serie di norme sulla sicurezza del soccorso in mare da applicare «anche alle organizzazioni con obiettivi ideali». In pratica la Sea Watch 3 non avrebbe potuto riprendere il mare, prima di adeguarsi ai nuovi regolamenti, ma ha presentato ricorso in tribunale. I giudici hanno riconosciuto il diritto del governo di imporre le nuove regole, ma concesso alla Ong tedesca un lasso di tempo fino al 15 agosto per adeguarsi. Tre giorni dopo la sentenza a suo favore Sea Watch 3 è salpata da Marsiglia per continuare a sfidare l'Italia sui migranti.

Non solo: la nave avrebbe già raggiunto l'Olanda o la Germania, dove ha sede la Ong, se non si fosse fermata davanti alla nostra isola.

I 42 migranti potevano sbarcare sul suolo tedesco, dove da giorni «50 città e comuni sono pronti ad accoglierli».

A differenza del ministro dell'Interno, Horst Seehofer, che «al momento non è d'accordo». Non si capisce perché deve essere d'accordo allo sbarco il governo italiano.

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