L'Europa parla bene, annunciando la solita solidarietà sui migranti, ma razzola sempre male. Il presidente del Parlamento di Strasburgo, David Sassoli, ha ribadito che «dobbiamo superare il sistema di Dublino per una cooperazione autentica tra gli stati membri basata su un meccanismo permanente di solidarietà, ripartizione e responsabilità». Purtroppo nelle stesse ore continuavano a sbarcare migranti a Lampedusa e pure in Sardegna, che nessuno vuole accogliere con un'equa distribuzione. Ieri il presidente del Bundestag, la Camera bassa del parlamento tedesco, Wolfgang Schauble ha risposto quasi in coro: «Non lasciamo da soli i Paesi che hanno frontiere esterne dell'Unione europea, non possiamo non trovare una soluzione univoca». Belle parole, ma proprio la Germania vuole rimandarci i cosiddetti «dublinanti», i migranti approdati in Italia e rispuntati da loro. Lo scorso anno, per la pandemia, il trasferimento si era quasi fermato.
Alla Conferenza interparlamentare sulla gestione della migrazione e dell'asilo in Europa chi ha parlato chiaro, senza scheletri negli armadi, è il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas. La Grecia subisce come noi la pressione migratoria dal Mediterraneo orientale. «Trovare un accordo al più presto sul Patto Ue per la migrazione e l'asilo - ha dichiarato Schinas - dovrebbe essere una priorità dell'Unione europea a prescindere dagli orientamenti di partito e dalle nazioni». E ha aggiunto: «La mancanza di un accordo solido per la migrazione e l'asilo non fa altro che alimentare il modello di business dei trafficanti».
L'italiano Sassoli sempre pronto a dare un colpo al cerchio e uno alla botte ha ricordato che «il nostro dovere è innanzitutto salvare le vite. Non è più accettabile lasciare questo compito solo alle Ong. Dobbiamo tornare a pensare ad un'azione comune dell'Ue nel Mediterraneo per salvare le persone, che tolga terreno ai trafficanti». Una tesi furbesca sponsorizzata da Enrico Letta, segretario del Pd, che punta a trasformare la poco utile missione Irini di controllo dell'embargo alle armi per la Libia in un'operazione di soccorso. Una specie di riedizione della missione Sophia e Mare nostrum, che aveva fatto sbarcare 100mila migranti in Italia.
Ieri Lampedusa era ancora sotto pressione con 700 persone nel centro di accoglienza che può ospitarne al massimo 250. Gli sbarchi sono continuati con l'arrivo di 237 migranti dalla Libia e dalla Tunisia. In Sardegna sono sbarcate da sabato un centinaio di persone partite dall'Algeria a dimostrazione che tutte le rotte sono attive in vista di un'estate allarmante. E altri 127 migranti sono arrivati a Crotone in barca a vela. Alarm phone, centralino dei migranti, ha segnalato diversi natanti carichi di migranti lanciando un disperato allarme per 200 alla deriva. La nave commerciale Vos Triton è intervenuta, ma i «poliziotti» delle Ong, grazie all'aereo di ricognizione Seabird hanno lanciato l'allarme per la consegna dei migranti alla Guardia costiera libica. «Duecento persone, soccorse dalla Vos Triton, rischiano di essere respinte illegalmente in Libia!» ha denunciato Mediterranea fondata da Casarini e soci accusati dalla procura di Ragusa di favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina.
E come da manuale la nave Geo Barents di Msf si è avvicinata alla Sicilia chiedendo a gran voce un porto sicuro per gli oltre 400 migranti a bordo. «Malta ha respinto le nostre richieste» hanno ammesso i Medici senza frontiere. Come sempre sbarcheranno da noi il carico umano spedito dai trafficanti.
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