Milano Sei fermate per la nuova linea del metrò, e un altro aumento (di 20 centesimi) in arrivo sul biglietto dei mezzi pubblici di Atm.
In ritardo e con qualche polemica, Milano apre un altro «pezzo» della sua rete di metropolitane, la più estesa fra quelle delle città italiane. Il tratto inaugurato ieri - alla presenza del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini - va da Linate a Dateo, quindi dall'aeroporto cittadino alla fermata del treno «passante», servita da cinque linee del servizio ferroviario suburbano.
La metro realizzata dal Gruppo Webuild per ora viaggia su sei fermate per 5,4 chilometri (Linate Aeroporto, Repetti, Forlanini, Argonne, Susa e Dateo) ma entro il giugno 2023 dovrebbe arrivare alla centralissima piazza San Babila, e alla fine dei lavori - previsti nel 2024 - la linea avrà 21 stazioni e 15 chilometri di estensione: partendo appunto da Linate e attraversando la Cerchia dei Navigli arriverà fino al Lorenteggio, con capolinea a San Cristoforo. A qual punto Milano avrà in tutto 118 chilometri di metropolitane e 136 fermate
Quando la Blu arriverà a San Babila collegherà l'aeroporto e il centro cittadino in appena 12 minuti e, una volta conclusa, attraverserà la zona est con la zona ovest della città (dal capolinea a capolinea) in meno di 30 minuti. Nel frattempo, proseguono i lavori nei cantieri aperti nel resto della città, quelli delle stazioni centrali come San Babila e Sforza Policlinico (dove la metro intercetterà rispettivamente il percorso della M1 e della M3) e quelli sul resto della tratta che arriverà all'estremo opposto di Milano. Scavi profondi anche 30 metri nel cuore della metropoli, tra i palazzi storici, i musei e gli edifici istituzionali, sotto i quali si snodano i due tunnel lunghi in totale 30 chilometri dove correranno i treni della linea Blu.
Progettata ai tempi del sindaco Gabriele Albertini, destinata a essere la metro di Expo, la M4 viene aperta con 7 anni e quasi 7 mesi di ritardo (2.761 giorni) e arriva dopo la M5, la «Lilla», che è già operativa con 19 stazioni lungo quasi 13 chilometri, mentre è già stato approvato il prolungamento dal capolinea Bignami fino alla città di Monza , prima linea italiana che unisce due territori provinciali diversi.
«Ringrazio tutti i cittadini per la pazienza che hanno avuto - ha detto ieri alla cerimonia il sindaco Beppe Sala - perché sono stati anni e anni di lavori e capisco i disagi. Ma quello che vediamo oggi è all'altezza di Milano».
Taglio del nastro in ritardo, puntuali sembrano invece gli aumenti. A margine dell'inaugurazione di ieri, l'assessore alla Mobilità del Comune, Arianna Censi, ha confermato che il Comune andrà verso un altro aumento del biglietto del trasporto pubblico. Il rincaro potrebbe essere di 20 centesimi mentre l'obiettivo del Comune è quello di non toccare gli abbonamenti per tutelare chi usa quotidianamente i mezzi pubblici. «Probabilmente andremo in questa direzione - ha spiegato l'assessore - in ragione dell'adeguamento Istat, però il lavoro che stiamo facendo è armonizzare il più possibile gli abbonamenti, sollecitarli, anzi incrementarli e aiutare i cittadini milanesi».
Si tratta dell'ennesimo ritocco in un rialzo che ha portato il biglietto base da un euro - come era fino al 2011 - a 1,50, a 2. E ora 2 e 20. Un aumento complessivo del 120%.
E il centrodestra attacca l'amministrazione comunale targata Pd (e alleati) che da anni predica contro l'uso dell'auto, considerata un grave fattore di inquinamento - e intanto trasforma il trasporto pubblico in un servizio sempre più costoso.
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