La notizia buona è che Alfredo Cospito sta meglio, anche perché ha un po' ripreso a mangiare. La cattiva è che il livello delle minacce e delle violenze compiute in suo nome continua ad alzarsi: ieri appare per la prima volta anche un proiettile. Così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi deve intervenire per garantire che «le lettere con proiettili di matrice anarchica inviate ad aziende e manager sono al vaglio degli inquirenti. Si tratta di modalità già viste su cui le forze dell'ordine hanno un livello di attenzione già alto».
La lettera firmata dalla Fai-Federazione anarchica informale, è stata recapitata alla sede a Bolzano della Iveco, che produce anche veicoli per la difesa, e indica un suo manager come bersaglio ideale per un attentato. «Conosciamo le sue abitudini, gli interessi. Non avrà mai pace, ovunque andrà troverà un compagno anarchico pronto a vendicare il carcere di Alfredo e dei compagni. La forza anarchica condurrà una campagna di lotta senza fine contro i servi dell'industria della morte perché per distruggere le aziende bisogna colpire gli uomini».
È un linguaggio delirante ma che per gli inquirenti non deve portare a sottovalutare la minaccia. Cospito dal carcere per qualche tempo rifiutava di condannare le iniziative compiute in suo nome, adesso sembra avere capito che gli conviene non sbilanciarsi. Ieri uno dei volantini viene firmato col nome della sua compagna, Anna Beniamino, anche lei in carcere: ma anche l'avvocato della donna si affretta a spiegare che si tratta di una firma apocrifa, visto che «le sue lettere in uscita e in entrata sono registrate con la precisa indicazione del destinatario e del mittente».
Sembra dunque divaricarsi in due versanti il caso Cospito: da una parte la battaglia che l'anarchico sta combattendo per la revoca del trattamento di carcere duro, il 41 bis; dall'altra le violenze che in suo nome all'esterno vengono promesse e compiute. Sono minacce che stanno costringendo le forze dell'ordine a un livello di allerta elevato in tutta Itala, come dimostra l'episodio di ieri a Roma dove un pacco sospetto abbandonato nei pressi di Palazzo Chigi ha fatto scattare un allarme bomba durato a lungo e poi rientrato.
Lui, Cospito, anche ieri è tornato a mangiare uno yogurt oltre ad avere assunto regolarmente gli integratori che gli sono stati prescritti. Gli ultimi esami medici effettuati nel reparto detentivo all'interno dell'ospedale San Paolo, dove Cospito è ricoverato dall'11 febbraio, hanno segnalato progressi in tutti i valori a rischio. È uno sciopero della fame soft, rispetto al periodo in cui l'anarchico prendeva solo acqua e zucchero, motivato - secondo quanto spiegato dai suoi legali - dagli allarmi dei medici che lo hanno in cura e dalla sua volontà di arrivare in buone condizioni alla scadenza di venerdì prossimo, quando la Cassazione deciderà sulla sua permanenza al 41 bis.
È l'unica porta aperta per Cospito, dopo che il ministro Carlo Nordio ha deciso di confermare il decreto di carcere duro. La decisione, ha spiegato ieri il Guardasigilli al Senato, è stata presa dopo che la Dna - la procura nazionale antimafia e antiterrorismo - aveva espresso un parere «nettissimo» contro lo spostamento di Cospito dal 41 bis: «la sopravvenienza di fatti nuovi è stata esclusa radicalmente» dalla Dna, spiega Nordio. Che spiega anche di non avere avuto alcuna notizia, al momento di emettere il decreto, della apertura di credito fornita a Cospito dalla procura generale della Cassazione in vista dell'udienza della settimana prossima. Il parere «non poteva e non doveva essere inviato al ministero», spiega Nordio.
I giudici della Cassazione che il 24 dovranno decidere se concedere a Cospito un'altra chance quel parere invece lo conoscono.
Certo, potrebbero anche disattenderlo e chiudere le porte a una attenuazione del trattamento carcerario. Proprio in vista di una decisione in questo senso le prefetture di tutta Italia si stanno preparando a fronteggiare una nuova serie di attacchi.
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